Gela. Oltre cinquanta anni di carcere per cinque imputati, tutti accusati di aver avuto un ruolo nel traffico di droga che dalla Francia, passando per la Liguria, arrivava anche in città e in territorio agrigentino.
Le condanne di primo grado. La ricostruzione fu parte integrante dell’inchiesta “Odissea”, condotta dai magistrati nisseni ed eseguita dai carabinieri. Adesso, si apre il giudizio di appello. Dopo le condanne pronunciate dal gup del tribunale di Caltanissetta nell’ottobre di un anno fa, è stato fissato per fine maggio l’avvio del giudizio di secondo grado. I difensori di Emanuele Marino, Giuseppe Marino, Rosario Perna, Salvatore Panarisi e Gaspare Valenti hanno scelto di contestare il verdetto arrivato a conclusione del giudizio abbreviato. Il gup del tribunale di Caltanissetta comminò 22 anni e 8 mesi di reclusione ad Emanuele Marino, 16 anni e 1 mese al fratello Giuseppe, 7 anni a Rosario Perna, nipote dei due Marino, 2 anni all’agrigentino Salvatore Panarisi e 1 anno e 6 mesi a Gaspare Valenti. In base a quanto emerso dall’inchiesta, a tirare le fila del maxi giro di droga ci sarebbe stato anche il romeno Daniel Major che avrebbe agito da intermediario in territorio francese. La sua posizione, però, venne ridimensionata in sede di riesame. Per magistrati ed investigatori, però, sarebbe esistita una vera e propria organizzazione specializzata nel traffico di droga. Un’ipotesi accusatoria, invece, messa in discussione, anche in sede di giudizio, dai difensori degli imputati. Gli avvocati Flavio Sinatra, Michele Profeta e Fabrizio Ferrara hanno sempre escluso l’esistenza di un gruppo organizzato, capace di far passare la droga dalla Francia alla Liguria per poi piazzarla in Sicilia. Adesso, il caso verrà valutato dai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta.