Gela. Ore e ore trascorse nell’attesa di potersi imbarcare sul volo che dall’aeroporto di Ancona li avrebbe dovuti condurre a quello di Catania.
Non si parte c’è nebbia. Troppa nebbia secondo il personale della compagnia Volotea per poter organizzare la partenza attraverso un proprio velivolo. Peccato, però, che i sessantotto passeggeri, compresi alcuni gelesi, avevano già effettuato tutte le procedure d’imbarco oltre, ovviamente, ad avere pagato il necessario biglietto. Il volo sarebbe dovuto partire intorno alle 22. Un primo spostamento, poi un secondo e, alla fine, i passeggeri hanno dovuto fare marcia indietro per, almeno sulla carta, ripartire il giorno successivo. Ovviamente, le spese dell’inatteso pernottamento sono state sostenute dagli stessi passeggeri.
Un nuovo no al volo. Alle prime luci del giorno successivo, però, il personale di terra della compagnia spagnola Volotea li informava che la partenza era nuovamente rinviata. Dopo ore di attesa, alcuni passeggeri sono riusciti a contattare i funzionari Enac che hanno imposto alla compagnia di trasferire l’intero gruppo da Ancona a Pescara in bus. La mini odissea si è conclusa proprio all’aeroporto abruzzese. I passeggeri, dopo circa un giorno d’attesa, hanno potuto prendere il volo.
“Ci devono risarcire”. Adesso, però, chiedono che la compagnia spagnola e la società che gestisce l’aeroporto marchigiano li risarciscano. Una lettera di diffida, per conto di tutti i passeggeri protagonisti del lungo inconveniente aereo, è già stata inoltrata dall’avvocato Joseph Donegani, al quale è stato affidato il mandato. Si attende la risposta delle due società. In caso di no alle richieste, le porte del tribunale potrebbero aprirsi senza troppa difficoltà.