Bonifica aree raffineria, partita conferenza servizi ministeriale: chiesti approfondimenti

 
0

Gela. Il progetto complessivo tocca i “terreni insaturi” di Raffineria Eni, che vanno messi in sicurezza, e il progetto di bonifica per le aree che ricadono nel perimetro del Sito di interesse nazionale. Ad inizio mese ha preso il via il confronto ministeriale tra l’azienda e gli enti che devono esprimersi. Non c’era nessun rappresentante del Comune, nonostante la convocazione inoltrata dal Ministero delle transizione ecologica. Ad Eni Rewind, società della multinazionale che opera nel settore delle bonifiche, sono stati posti più quesiti, che andranno chiariti e le parti si sono aggiornate tra quarantacinque giorni. Non si esclude neanche una riunione tecnica. I responsabili Eni hanno iniziato ad illustrare il contenuto del progetto, che per le aree “non produttive” prevede interventi di bonifica, mentre per quelle “produttive” la messa in sicurezza. Anche su quest’aspetto sarà necessario individuare “chiaramente” quali aree saranno sottoposte a bonifica e quali invece alla messa in sicurezza operativa. Gli enti hanno posto una serie di richieste anche sui metodi degli interventi, che sono previsti in un arco temporale di circa cinque anni, così è riportato nel progetto. Alla conferenza di servizi, seppur senza poter intervenire, ha partecipato il responsabile della Riserva Biviere Emilio Giudice. “La Riserva deve esprimersi e non capisco come mai il Ministero non ci abbia dato la possibilità di intervenire nel dibattitto – dice – sicuramente, rispetto al passato ci sono dei miglioramenti. Il fatto che si preveda la Vas è già un cambio di visione notevole. La nostra posizione non cambia, anche perché va applicato il piano di gestione, che ricomprende la mappatura di tutti gli habitat”. Esporrà una serie di valutazioni, probabilmente con una nota che sarà tramessa alla divisione ministeriale che segue la procedura. Gli habitat ecologici sono ritenuti imprescindibili e da tutelare, sia nelle aree di vincolo sia in quelle non di vincolo. Per Giudice, inoltre, servirebbe una verifica approfondita sullo stato delle falde.

“Ad oggi – aggiunge – non abbiamo un quadro certo. La falda è veramente isolata? Non deve più esserci passaggio di contaminazione in mare”. Secondo il responsabile della Riserva Biviere le attività devono essere finalizzate ad una vera e propria bonifica delle aree. “Non basta la messa in sicurezza”, precisa. La conferenza di servizi proseguirà a livello ministeriale. Nelle scorse settimana, la procura ha concluso le indagini su una presunta mancata esecuzione del progetto di bonifica delle acque di falda del sito di raffineria. Dodici, tra amministratori e dirigenti del gruppo Eni, ne dovranno rispondere in giudizio. Dall’azienda hanno fatto sapere che c’è l’intenzione di chiarire anche nel corso del procedimento penale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here