Gela. Sarà l’ultimo atto processuale, fissato per settembre. I giudici della Corte di Cassazione valuteranno il ricorso avanzato dalla difesa del giovane Salvatore Rinella, che in primo e secondo grado è già stato condannato per il duplice omicidio stradale di Nuccia Vullo e della piccola figlia Ludovica Caracappa. Furono travolte su un tratto di via Venezia, poco dopo essere uscite da un locale della zona. Alla guida dell’auto c’era proprio Rinella, accusato anche di omissione di soccorso, per essersi allontanato nell’immediatezza dei fatti, senza prestare soccorso. Si costituì dopo alcune ore, presentandosi alla caserma dei carabinieri. Per l’imputato la condanna emessa dal gup del tribunale di Gela e dalla Corte d’appello di Caltanissetta è stata di quattro anni e quattro mesi di detenzione. In Cassazione, il giovane, che durante il giudizio di appello si è scusato con la famiglia delle vittime, sarà rappresentato dall’avvocato Laura Caci. Nei precedenti gradi di giudizio, l’avvocato Salvatore Incardona, che ha sostenuto la difesa, ha sempre richiamato la linea del concorso di colpa, rifacendosi ad alcune conclusioni della perizia tecnica. Rinella, già dopo l’accaduto, spiegò di non essersi accorto della presenza di madre e figlia lungo la carreggiata. Le ferite riportate da entrambe furono talmente gravi da determinare il decesso. Il marito di Nuccia Vullo e padre della piccola Ludovica, Luigi Caracappa, ormai da anni è impegnato ad assicurare il ricordo di quei fatti, in memoria della moglie e della figlia. Si è spesso impegnato nell’organizzazione di manifestazioni per la sicurezza in strada e per non dimenticare le troppe vittime di incidenti.
E’ parte civile nel giudizio, assistito dall’avvocato Riccardo Balsamo, che ha sempre sostenuto la piena responsabilità dell’imputato. Sono parti civili anche i nonni della piccola, genitori di Nuccia Vullo (i legali delle altre parti civili sono gli avvocati Gaetano Purpura, Seba Virga e Gionata Virga). Il giudizio abbreviato ha consentito all’imputato di ottenere un verdetto comunque meno duro, rispetto alle pesanti contestazioni mossegli. Rinella, tra le altre cose, spiegò che quanto accadde in via Venezia gli ha lasciato conseguenze, anzitutto psicologiche. Per le famiglie Caracappa e Vullo la perdita di Nuccia e Ludovica è un vuoto ancora oggi incolmabile. Sarà la Cassazione a pronunciarsi sul ricorso della difesa.
Dopo avere causato la morte della mamma e della sua creatura ed essere scappato senza prestare soccorso,il signore in oggetto non si accontenta di scontare la pena e riflettere per il dolore che ha procurato al marito ai genitori spera di uscirsene senza nessuna condanna ,confidiamo nella Cassazione che renda giustizia alle vittime