Gela. In pochi anni, è riuscito a diventare tra gli artisti più in voga della street art in Italia. Ormai, le opere di Roberto Collodoro sono presenti in diverse zone dello stivale e tante amministrazioni comunali, ma anche privati, si affidano a lui per fare rivivere pezzi di città da tempo rimaste in secondo piano o per ricordare fatti e personaggi, che hanno lasciato un segno nella storia di piccoli e grandi centri. L’ultima firma, solo in ordine di tempo, Collodoro, insieme ad altri artisti, l’ha messa su un’opera per Rita Levi Montalcini, alla quale l’amministrazione lombarda di Osio Sotto ha deciso di dedicare la zona del sottopasso, dove sono concentrati servizi sanitari e sociali.
Le opere di Collodoro prendono vita, aderendo ad un’idea diversa di città, che non è più solo la periferia di un tempo, ma può maturate nei centri storici e non solo. Del suo lavoro hanno iniziato ad interessarsi fondazioni private e musei importanti, come il “Mandralisca” di Cefalù. Un’idea di arte che si prende le città e che soprattutto parla alla società e non è un caso che l’opera ligure che ha riletto le immagini dei presidenti della Repubblica abbia portato alla ribalta Robico e la sua chiave di rilettura della storia contemporanea. Probabilmente, e vale per altri importanti artisti locali che si sono fatti ormai un nome a livello nazionale e non solo, Robico meriterebbe molto più spazio in città, dove non mancano le zone da restituire all’arte.