Gela. La pena più elevata, anche per le pesanti accuse che gli venivano mosse dai pm della procura di Caltanissetta, è stata imposta all’operatore gelese Vincenzo Biundo. Undici anni e due mesi di reclusione, perché ritenuto colpevole di continue violenze ai danni degli ospiti di due centri per disabili psichici, avviati a Serradifalco dalla cooperativa Azzurra, di proprietà di un gruppo imprenditoriale gelese. La decisione è stata emessa dal gup del tribunale nisseno, al termine del giudizio abbreviato. A Biundo, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, era contestata anche la violenza sessuale su una delle ospiti. Quattro anni e otto mesi di detenzione, invece, sono stati decisi per Rosa Anna Milazzo (con il legale Amedeo Aquilino), anche lei ritenuta responsabile di quanto accadeva nelle comunità. La procura aveva chiesto quindici anni per Biundo e sette anni per Milazzo. Ad entrambi è stata riconosciuta la continuazione tra i vari capi di accusa. Le vessazioni, le violenze ma anche la somministrazione di farmaci non previsti dalle terapie, furono ricostruite dai carabinieri che collocarono dei sistemi di videosorveglianza, proprio all’interno dei due centri. Agli ospiti non sarebbero state garantite neanche le prestazioni minime e le restrizioni sarebbero state all’ordine del giorno.
Due di loro, che subirono violenze, si sono costituiti parti civili, con i legali Flavio Sinatra e Ivan Bellanti. Il gup ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e una provvisionale. Ci furono altri coinvolti nell’inchiesta, compreso l’imprenditore gelese Roberto Scordio, che invece risponderà alle accuse in dibattimento.