Gela. In base a quello che fu appurato dagli investigatori, a San Giacomo, a poca distanza dalla chiesa della zona, ci sarebbe stata un’aggressione, forse con un coltello. Fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che oggi hanno comunque portato all’assoluzione sia di chi sarebbe stato coinvolto sia di chi era accusato di aver tentato di coprire i fatti. In base alle contestazioni, ci sarebbe stata una versione ritrattata. Prima, il ferito avrebbe spiegato di essere stato vittima, forse di una coltellata alla mano, ma poco dopo rivide la versione, sostenendo invece che la ferita se la provocò lui stesso, anche a causa della concitazione di quei momenti. Il pubblico ministero Gesualda Perspicace, a conclusione della requisitoria, ha chiesto condanne per gli imputati maggiormente coinvolti nella vicenda. Le difese di Antonino Saluci (con l’avvocato Giovanni Bellimo), Giuseppe Ascia (con il legale Giovanni Cannizzaro), Alessio Savatta (rappresentato dall’avvocato Vittorio Giardino), Emanuele Savatta, Anna Maria Cascino e Laura Nogara (con il legale Fabio Fargetta), hanno invece escluso la sussistenza di elementi che potessero collegare direttamente gli imputati sia all’aggressione che al tentativo di coprire i fatti e pure l’eventuale responsabile.
Le forze dell’ordine effettuarono delle perquisizioni, alla ricerca della lama, che era stata indicata come arma per il ferimento di Alessio Savatta, la cui versione dei fatti successivamente fu rivista.