L’accusa di truffa sul bollo di un’auto, assolti gli imprenditori del gruppo Luca

 
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Gela. L’accusa mossa era di una presunta truffa sul mancato pagamento del bollo auto, per una vettura che il gruppo imprenditoriale aveva tra quelle in esposizione e poi consegnata ad uno dei clienti. La contestazione non ha trovato riconoscimento al termine del dibattimento. Il giudice Miriam D’Amore ha assolto gli imprenditori Salvatore Luca e Francesco Gallo, oltre a Giorgio Ottone (il cliente che aveva avuto la vettura). Dai banchi dell’accusa, il pm Pamela Cellura, al termine della requisitoria ha chiesto condanne per i tre imputati, spiegando che ci sarebbe stata una strategia per omettere il pagamento, su due annualità. Ricostruzione che le difese degli imprenditori del gruppo Luca (sostenute dagli avvocati Antonio Gagliano e Filippo Spina) ma anche il legale del cliente della concessionaria (l’avvocato Pamela Lizzio) hanno sempre respinto. Luca e Gallo hanno ribadito la piena regolarità delle procedure adottate su quella vettura, anche rispetto all’esenzione prevista dalla normativa in materia. I legali hanno sottolineato che in quella fase le società degli imputati avevano già acquisito una vasta fetta del mercato della vendita di auto, con numeri economici elevati. Per l’accusa, la truffa avrebbe riguardato importi non superiori ad ottocento euro. Una discrepanza evidente, secondo i legali di difesa, che non avrebbe mai potuto generare un vantaggio per i titolari delle società finite al centro degli approfondimenti investigativi.

Gli imprenditori, diversi anni dopo i fatti contestatigli, furono coinvolti nell’operazione “Camaleonte”, che ha in gran parte mutato la situazione del gruppo. Davanti al giudice, le difese hanno ribadito la regolarità della procedura, insistendo anche sul fatto che l’eventuale onere del bollo sarebbe dovuto gravare sul venditore, che cedette l’auto agli imprenditori. Alla fine, è stata pronunciata l’assoluzione.

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