Gela. La firma sulla proroga dell’accordo di programma ancora non c’è, nonostante sia abbondantemente scaduto e così rimangano congelate somme per circa ventuno milioni di euro. Il parlamentare grillino Pietro Lorefice, che ad inizio mese ha presentato un’interrogazione sul tema, in commissione industria al Senato, chiede conto e ragione al ministro dello sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti. A Roma, come è noto, i rapporti tra pentastellati e leghisti non sono certamente dei migliori. In commissione industria, rispondendo all’interrogazione di Lorefice, il viceministro Alessandra Todde ha spiegato che la firma all’atto integrativo per la proroga sarebbe dovuta arrivare a stretto giro. Lorefice segnala che questo non è avvenuto e chiama in causa il ministro salviniano. “Sono trascorsi altri quindici giorni dalla risposta ricevuta in commissione industria del Senato alla mia interrogazione sull’accordo di programma per l’Area di crisi industriale complessa di Gela, ma ad oggi ancora nulla. Gli uffici infatti mi dicono che l’atto di proroga è pronto, ma attende la firma del ministro. Giorgetti ci spieghi – dice Lorefice – per quali motivi non la firma. Il territorio dell’area di crisi di Gela ha già atteso fin troppo ed enormi sono le difficoltà che lo hanno colpito in questi decenni di sfruttamento ambientale. Le iniziative predisposte per il rilancio dell’area potranno finalmente accrescere l’attrattività del territorio, facendo sì che Gela contribuisca fattivamente al rilancio dell’economia di tutta la Regione. Bisogna intervenire al più presto per porre in essere ogni iniziativa idonea per risollevare l’area”. Da quanto emerso durante l’audizione in commissione del viceministro, i tempi lunghi per il rinnovo sarebbero da collegare all’attesa per la riforma delle misure di sostegno alle aree economicamente depresse, che è stata varata con un decreto dello scorso marzo. L’accordo di programma per l’area di crisi locale, inoltre, si apre all’interazione con altri strumenti, a partire dalla zona economica speciale. “Lo schema di atto integrativo tiene conto delle proposte avanzate dal territorio e da diversi stakeholder – si legge nella risposta del viceministro – nonché delle novità intervenute successivamente alla sottoscrizione dell’accordo di programma del 2018. In particolare, parte del territorio dell’area di crisi industriale complessa potrà beneficiare dei vantaggi fiscali delle zone economiche speciali, le quali costituiscono un’opportunità nell’ottica di attrazione di nuovi investitori. Infatti, sono interessati dalla Zes della Sicilia orientale unità territoriali di quattro Comuni dell’area di crisi industriale complessa, Caltagirone, Gela, Niscemi e Vittoria”. Ulteriori piedistalli per un rilancio e per nuovi investimenti dovrebbero giungere dal Contratto istituzionale di sviluppo, che il viceministro ha richiamato nella risposta a Lorefice.
Con la firma dell’atto integrativo per il rinnovo dell’accordo di programma si passerà poi alla pubblicazione dell’avviso, destinato ai progetti che potranno essere proposti. Ci sono variazioni rispetto alle linee guida iniziali. “Gli incentivi vengono estesi anche a progetti per la ricerca industriale e per lo sviluppo sperimentale, qualora il programma di investimento sia di importo superiore a 5 milioni di euro, e a progetti di innovazione di processo. Non sono più richieste le garanzie a tutela del finanziamento per le iniziative che comportano spese complessivamente ammissibili di importo inferiore a 10 milioni di euro. Infine, sono state snellite le procedure di valutazione delle domande, riducendo i tempi per le istruttorie, per le delibere e per l’erogazione dei contributi, sia a fondo perduto sia sotto forma di finanziamento agevolato”, riporta la risposta del viceministro. A metà giugno è stata pubblicata la circolare con tutte le novità e le modalità di presentazione delle domande per i finanziamenti. Da un punto di vista politico, era stato sottolineato che c’è l’intenzione di “porre in essere ogni iniziativa idonea per risollevare il territorio gelese dalle enormi difficoltà che lo hanno colpito”, così ha detto Todde. Da quando venne firmato, ormai quattro anni fa, si sono sempre posti tanti dubbi sull’efficacia dell’accordo di programma, che con fondi non superiori ai venti milioni di euro dovrebbe risollevare le sorti di più Comuni, ricadenti in diverse province, con capofila proprio Gela. Ad oggi, effetti particolari non ce ne sono, in attesa che l’accordo di programma possa essere rinnovato.