Pd, l’appello dei quaranta: “Chinnici scelta dall’alto, primarie per le liste Ars”

 
0

Gela. Le firme dei big del territorio non ci sono ma l’appello che è stato firmato da una quarantina di aderenti al Pd della provincia sembra quasi una sorta di avviso ai naviganti, rivolto proprio ai vertici dem. E’ stato diffuso nelle scorse ore, condiviso da democratici nisseni e soprattutto dell’area del Vallone. Non si sentono rappresentati dalla scelta dell’europarlamentare Caterina Chinnici, candidata dem alle primarie progressiste, né dalle liste che sono in fase di definizione per l’Ars. Addirittura, arrivano a chiedere primarie vere proprio per costituire le liste. Una serie di punti che probabilmente la segreteria provinciale ma anche quella regionale dovranno tenere in considerazione. I firmatari dell’appello annunciano che non si iscriveranno per votare alle primarie progressiste. Fanno riferimento a scelte calate “dall’alto”, che non tengono in considerazione “la base”. Un messaggio ai leader, nazionali e siciliani, ma anche alla testa del partito provinciale, con il segretario Peppe Di Cristina che ha già ufficializzato la sua candidatura all’Ars insieme a quella dell’assessore comunale di San Cataldo Marco Andaloro. “Nulla da dire nei confronti del nome scelto in quanto tale – scrivono rispetto alla candidatura dell’europarlamentare Chinnici – una persona di spessore morale ed etico, scelto con un metodo che però non ci piace, perché resta imposto dall’alto. Questa volta, più che mai, bisognava dare spazio alle tante personalità che all’interno del partito sono capaci di includere e non di escludere, di unire, e non di dividere, come la scelta appena fatta. Sono stati fatti diversi nomi che non sono stati, nei fatti, presi in considerazione, perché era già tutto deciso. Con questo documento desideriamo esprimere il nostro dissenso, ad un metodo che mortifica i territori, i militanti, i segretari, i sindaci e tutti coloro che ogni giorno ci mettono la faccia, la loro fatica, il loro tempo e le loro energie. Non possiamo più stare a guardare, la nostra voglia di democrazia e di partecipazione attiva alla politica non ce lo consentono più. La misura è colma e ciò che noi oggi manifestiamo attraverso questo documento, è espressione di ciò che in tanti ci hanno sussurrato troppo a bassa voce. non è più tempo di sussurrare e neanche di rinviare. Abbiamo bisogno di esprimerci, riflettendo su uno stato di fatto che ostinatamente va ripetuto e che inevitabilmente porterà la gente ad allontanarsi dalla Politica e cosa ancor più grave, dalle urne”. Ribadiscono che anche sulle liste per l’Ars bisognerebbe fare un passo indietro e decidere in modo aperto, con le primarie. “Ci siamo confrontati, abbiamo condiviso malesseri e malumori e abbiamo fatto ciò che il nostro partito ha deciso di toglierci. Abbiamo deciso insieme cosa fare, pertanto non ci iscriveremo alle primarie e dunque non voteremo per nessun candidato. E ’una scelta molto sofferta che non vuole per niente disconoscere lo strumento delle primarie. L’atto è l’estrema denuncia, all’interno del Partito, ma anche all’esterno, dai simpatizzanti che attendono un cambiamento, per ridare voce e capacità decisionale alla base. Per questo motivo il nostro non è un invito alla non partecipazione, è una scelta di denuncia soggettiva. Aspettiamo atti e risposte concrete da parte della dirigenza, a tutti i livelli del Pd. Avanziamo subito una proposta: la scelta delle primarie va fatta subito per la scelta dei candidati nelle liste del partito all’Assemblea regionale, proprio come si è fatto ad Enna. Soprattutto nelle province più piccole è una vera scelta di democrazia e partecipazione”, scrivono. I “critici” interni al partito lanciano la necessità di un’alleanza ampia, aperta.

“Non basta solo Il Pd e neanche un’alleanza con 5 Stelle o 100 passi. È necessario allargare l’alleanza sin qui costruita, senza scadere nel trasformismo. Un’alleanza che deve necessariamente essere vasta, che attiri inoltre la società civile organizzata ed il mondo locale del movimentismo. Le primarie potevano essere un momento fondamentale di confronto con i territori per mettere in atto tutto questo, ma purtroppo, ancora una volta, si è deciso di procedere a porte chiuse, appellandosi allo statuto che dà la possibilità di far decidere alla Direzione Regionale del partito, il candidato da portare alle primarie, prima ancora di discutere di idee e progetti”, si legge ancora. E’ probabile che questa posizione, ora resa pubblica, trovi sostegno anche da parte di qualche dirigente provinciale, in attesa che la questione venga affrontata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here