Manfria nel degrado tra incuria e zero servizi, la rabbia dei residenti

 
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Gela. La Gela-Manfria è tristemente nota per il numero impressionante di incidenti stradali. Il quartiere balneare però è pericoloso anche per lo stato di degrado in cui versa. Le segnalazioni arriva da diversi residenti, che inviano foto a testimonianza dello stato di incuria in cui versano le aree verdi, anche private.

Prendiamo l’esempio di via delle Margherite, una delle strade più trafficate della zona. “La strada è impraticabile – scrive Cristina Lo Piano – piena di buche, erbacce e piante cresciute spontaneamente ai bordi, che sono diventati luogo di deposito di rifiuti e che causano pericoli sia per la circolazione di macchine,  motorini, biciclette, sia per i pedoni che sono costretti  a camminare al centro della carreggiata, rischiando così continuamente di essere investiti. Come mai il Comune non interviene nella pulizia e nella manutenzione stradale e nella falciatura dei cigli? Eppure la Tari sui rifiuti arriva puntuale”.

Lotti non bonificati. 

Ogni anno in primavera il sindaco emana una ordinanza in cui intima a tutti i proprietari di aree site nel perimetro urbano, di curare e porre in essere, entro e non oltre il termine di 30 gg., “tutti gli adempimenti atti alla pulizia, rimozione di rifiuti, di erbe e sterpaglie e successivo conferimento in discarica autorizzata, al fine di assicurare decoro, igiene e sicurezza pubblica”. Nessun riscontro ed in quel caso interviene il Comune, pulisce e addebita il costo al proprietario. Tutto ciò però non avviene.

Inutile sottolineare che le erbacce essiccando potrebbero causare incendi. Ed ovviamente i lotti di terreni abbandonati sono diventati habitat ideale di vari insetti, ratti, serpenti, etc.

L’unico ritrovo della “movida” di Manfria rimane un campo di calcetto abbandonato nella zona del Lido Tuccio, senza luce e servizi dove ogni sera i ragazzi si riuniscono per trascorrere qualche ora nelle serate estive.

“Perché questa amministrazione non si impegna a riqualificare, valorizzare – conclude la Lo Piano – e rigenerare questo campetto e questo spazio aperto e renderlo fruibile a tutti come luogo di socializzazione?”.

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