Omicidio Bellomo, Curvà lascia il carcere: domiciliari per scontare gli ultimi mesi della pena

 
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Gela. La decisione definitiva nei suoi confronti fu pronunciata dai giudici della Corte d’assise d’appello di Catania, nel 2014. Ad Emanuele Curvà venne imposta la condanna a quindici anni e quattro mesi di reclusione per l’omicidio dell’esercente Luciano Bellomo, freddato in viale Mattei, a Macchitella, nel settembre del 2007. I magistrati del tribunale di sorveglianza di Palermo gli hanno concesso i domiciliari. E’ stata accolta la richiesta formalizzata dal difensore di Curvà, l’avvocato Rosario Prudenti. Al quarantenne mancano circa dieci mesi per espiare l’intera pena impostagli per l’omicidio. Continuerà a farlo ai domiciliari, in città. In base a quello che emerse dalle indagini e dai lunghi e complessi procedimenti giudiziari, fu proprio Curvà ad accompagnare in viale Mattei Giuseppe Domenico Cafà, condannato come esecutore materiale dell’omicidio a ventisei anni di detenzione. Il legale di Curvà ha presentato una serie di elementi per sostenere la richiesta di concessione di una misura alternativa alla detenzione in carcere. Tutte le relazioni redatte dagli esperti che hanno seguito il suo percorso carcerario hanno dato esito favorevole. Curvà ha avviato un percorso di recupero e reinserimento, impegnandosi nelle attività in carcere e secondo gli esperti arrivando ad “una piena ammissione delle proprie responsabilità”.

Ragioni che hanno convinto i giudici della sorveglianza di Palermo a concedergli i domiciliari, dato che ha già scontato gran parte dell’intera condanna. Per gli ultimi dieci mesi, continuerà a scontare la pena ai domiciliari, lasciando il carcere dell’Ucciardone, dove è stato detenuto.

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