Gela. Si costituisce direttamente presso la caserma della Guardia di Finanza Orazio Pellegrino, 52 anni, uno delle 27 persone coinvolte nel blitz Agorà. E’ stato accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Davide Limoncello.
Dopo le formalità di rito è stato associato alla Casa Circondariale di Gela.
Assieme a Simone Di Simone, è ritenuto uno dei capi dell’organizzazione e il principale esperto e conoscitore di reperti archeologici. Tutti gli arrestati coinvolti nell’operazione “Agorà” si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono accusati in ventisette di associazione a delinquere finalizzata al traffico di reperti archeologici. Avrebbero trafugato reperti archeologici nel sito di Kamarina e Paternò. Grazie alle perquisizioni condotte dalla Guardia di finanza è stato possibile recuperare oltre 400 monete in argento e bronzo databili dal quinto a secondo secolo avanti Cristo. Ieri, davanti al gip veronica Vaccaro, sono stati interrogati presso il carcere di contrada Balate sia Simone Di Simone, ritenuto la mente dell’organizzazione, difeso dagli avvocati Maurizio Scicolone e Ivan Bellanti, che Salvatore Cassisi, difeso dal legale Maurizio Scicolone. I due non hanno risposto alle domante del gip come del resto hanno fatto la una trentenne di nazionalità romena, Mihaela Ionita, difesa da Scicolone, e i due gelesi: Vincenzo Cassisi 30 anni e Nicola Santo Martines di 32 anni, difesi da Nicoletta Cauchi. Ai tre sono stati imposti gli arresti domiciliari.