Gela. Per la procura generale le condanne di primo grado sono da confermare, ma diversi capi di accusa sono prescritti. Si tratta delle vicende che portarono all’inchiesta “Spin off”, per una serie di ipotesi di reato, tutte legate alle compensazioni indebite ma anche alla bancarotta e ad operazioni ritenute illecite. Gli approfondimenti investigativi, condotti dalla procura locale e dai militari della guardia di finanza, si concentrarono sul professionista Fabio Fasulo, in primo grado condannato a cinque anni di reclusione. Sono nel giudizio inoltre Virginie Bongiorno (condannata in primo grado a due anni e quattro mesi di reclusione), Pietro Caruso (in primo grado tre anni e tre mesi), l’agrigentino Lorenzo Li Calzi (due anni e quattro mesi) e il cittadino romeno Cristian Ciubotaru (un anno e nove mesi). Secondo le accuse, Fasulo si sarebbe servito di “teste di legno” per operare su diverse società, attraverso presunte frodi e operazioni finalizzate a svuotarne le casse. In appello, le difese hanno proposto ricorsi, tendenti a rivedere integralmente la decisione di primo grado emessa invece dai giudici del tribunale di Gela. La difesa di Fasulo, sostenuta dall’avvocato Davide Limoncello, questa mattina prima della discussione ha prodotto il verbale di dichiarazioni rese dal consulente Rosario Marchese (non imputato nel procedimento).
In un altro giudizio, avrebbe di fatto escluso responsabilità pesanti da parte di Fasulo. Per l’accoglimento dei ricorsi hanno concluso anche gli altri legali di difesa, si tratta degli avvocati Flavio Sinatra, Angelo Cafà e Giusi Ialazzo. La Corte d’appello nissena rilascerà la propria decisione.