Gela. Un maxi furto da almeno centoventimila euro, messo a segno nel dicembre di tre anni fa all’interno della rivendita di moto gestita dal gruppo Bordieri in via Venezia, è costato il processo al ventiquattrenne Nunzio Di Noto.
In base alle accuse, avrebbe fatto parte del gruppo che riuscì, dopo aver forzato una delle porte laterali d’ingresso, a portare via una decina tra moto di elevatissimo valore economico e minimoto. Nel bottino, finirono anche Bmw, Mv Augusta e Kawasaki oltre a tutte le chiavi d’accensione conservate all’interno dell’esercizio commerciale.
“Dalle impronte digitali rilevate sul posto – ha spiegato uno degli agenti di polizia che si occupò di effettuare i sopralluoghi – risultò l’identità di Nunzio Di Noto”.
Il giovane, difeso dall’avvocato Francesco Enia, finì nel mirino degli investigatori. “Ricordo – ha spiegato il titolare della rivendita teatro del maxi furto – che Di Noto venne in alcune occasioni in negozio perché aveva intenzione di acquistare una vespa ma, alla fine, la procedura di finanziamento non andò a buon fine. Certamente, quel furto ci costò carissimo dal punto di vista economico”. La linea difensiva, invece, si basa proprio sull’impossibilità di accertare l’effettiva presenza dell’imputato durante il colpo.
I responsabili del punto vendita visitato dai ladri, invece, non sono riusciti a chiarire se, durante quei giorni, il sistema di videosorveglianza della concessionaria fosse efficiente o meno. Nuovi testi verranno sentiti davanti al giudice Antonio Fiorenza nel corso della prossima udienza fissata per il 23 marzo.