Gela. Contrasse l’epatite cronica a causa di trasfusioni infette, risalenti a trentaquattro anni fa. Il giudice civile del tribunale locale negò però che la donna al centro della vicenda potesse ancora avere la possibilità di ottenere l’indennizzo previsto da una legge specifica, risalente al 1992. Un no che l’ha spinta a rivolgersi alla Corte d’appello di Caltanissetta, che però respinse il ricorso. La Corte di Cassazione, invece, ha rivisto quella decisione. E’ stata accolta l’azione del legale della donna, che ancora oggi vive con le conseguenze, pesanti, delle trasfusioni di sangue. I giudici romani hanno disposto l’annullamento con rinvio e la Corte d’appello di Caltanissetta dovrà ritornare sulle richieste avanzate dal legale della donna, secondo il quale il diritto all’indennità per l’epatite non può essere toccato dalla prescrizione. Sono state pubblicate le motivazioni della decisione.
Nel tempo, si pose l’esigenza di accertare il nesso tra la patologia e quelle trasfusioni, prima di poter avviare la procedura per ottenere una copertura, a tutela della paziente.