Gela. Domani mattina, in consiglio comunale, sarà la volta del monotematico, tutto concentrato sull’impianto rifiuti per la Sicilia occidentale, annunciato dal governo regionale. Il dibattito sarà lungo e sicuramente piuttosto acceso. C’è un fronte del no che si è espresso del tutto contro l’ipotesi di un nuovo impianto che si faccia carico dello smaltimento dei rifiuti dell’intera Sicilia occidentale. La scorsa settimana, sono state raccolte firme per il no a nuovi impatti ambientali e a favore invece delle bonifiche e di un sistema sostenibile nel ciclo dei rifiuti. Diverse associazioni ed esperti del settore parteciperanno al dibattito, coordinato dal presidente dell’assise civica Salvatore Sammito. Non sono stati invitati, invece, i presidenti di due storiche associazioni ambientaliste locali, “Aria Nuova” e “Amici della Terra”. Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato sembrano voler comunque partecipare al consiglio, perlomeno da spettatori. “Il mancato invito è un atto molto grave – dice Di Blasi – di fatto, è come se venisse disconosciuta la nostra lunga attività a tutela del territorio, accompagnata da denunce e azioni volte a contrastare lo scempio che il territorio ha subito nei decenni e che continuerà a subire se venisse autorizzato l’impianto, in una città già soffocata dal peso dell’industria e dei rifiuti. Non è accettabile”.
Piuttosto amareggiato anche Amato. “Sono pochissime le associazioni ambientaliste che nel tempo hanno svolto attività di denuncia ma anche di approfondimento su fenomeni molto gravi, a partire da quelli connessi al ciclo industriale. Io stesso presi le distanze dall’allora sindaco Rosario Crocetta, quando notai i primi atteggiamenti poco intransigenti sul rispetto delle norme ambientali. Ricordo – dice – le nostre battaglie per bloccare il passaggio da via Venezia dei mezzi pesanti che trasportavano il coke. Oggi, invece, cosa si vuole fare? Semplicemente tornare al passato, con centinaia di camion che si sposteranno, colmi di rifiuti, dalla Sicilia occidentale per raggiungere Timpazzo. Già solo questo determinerà un impatto ambientale enorme. Non ci invitano perché sanno come la pensiamo e perché diamo fastidio. Ma così si mette in discussione la democrazia”.