Gela. Gli appassionati di calcio gelesi lo ricordano con affetto. E non solo per i suoi gol, non tanti per la verità, nella stagione 2007-08. Oggi la notizia triste della morte di Akeem Omolade, ex attaccante di 39 anni. Da diversi anni viveva a Palermo. E’ stato trovato senza vita a Ballarò, popolare quartiere di Palermo, all’interno di una auto, dove era in compagnia di un amico. Le cause sarebbero naturali ed improvvise. Da un primo esame legale non ci sono segni di violenza.
L’attaccante, che ha un figlia piccola, giocava ancora a calcio oltre a fare il traduttore in tribunale, e, in base a quanto riferisce la sua famiglia, non avrebbe avuto nessun problema di salute. Negli ultimi giorni avrebbe iniziato ad avere un dolore ad una gamba, cosa per cui era andato in ospedale e anche ieri. Proprio stamattina avrebbe dovuto fare un ulteriore esame poiché non riusciva a camminare. Un amico è quindi passato a prenderlo con la sua macchina, per accompagnarlo in ospedale, ma appena salito sull’auto Akeem si sarebbe sentito male. L’amico ha chiamato i soccorsi, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare.
Omolade ed il razzismo
Akeem era arrivato al Gela Calcio in prestito dalla Reggiana. Era diventato famoso per un episodio di razzismo ai tempi in cui giocava nel Treviso in Serie B.
Nel 2001 alcuni ultras al seguito della squadra a Terni, non nuovi ad episodi di razzismo, ritirarono gli striscioni e abbandonarono lo stadio contro il suo acquisto: non gradivano il colore della sua pelle. Il giorno dopo, in occasione di Treviso-Genoa, proprio per opporsi al razzismo e solidarizzare con il compagno di squadra, tutti i giocatori del Treviso, compresi l’allenatore e la panchina, fecero il proprio ingresso in campo con il volto dipinto di nero. Un episodio che fece il giro d’Italia.
Omolade giocò in Sicilia con le maglie di Gela, Ribera, Mazara, Borgata Terrenove ed Altofonte.