Gela. Ieri, i pm della procura, che stanno seguendo l’indagine sull’Ipab “Aldisio”, hanno confermato la richiesta di aggravamento delle misure per i quattro principali coinvolti, don Giovanni Tandurella, l’ingegnere Renato Mauro e gli esponenti di Fratelli d’Italia Sandra Bennici e Salvatore Scerra. Per i magistrati sussistono ancora rischi di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove. Allo stesso tempo, le difese di Tandurella (con l’avvocato Giovanna Zappulla) e Mauro (con il legale Giacomo Ventura) hanno chiesto di rivedere i provvedimenti, annullando quelli disposti dal gip. Contestano l’apparato accusatorio, che è imperniato su presunti illeciti nei rapporti tra l’ex guida dell’Ipab e i vertici della società “La Fenice”, che poi ottenne la gestione di strutture e servizi interni alla casa di ospitalità.
Ha invece rinunciato al riesame la difesa di Bennici, l’esponente FdI che si è di recente dimessa dalla carica di consigliere comunale. Il gip, infatti, ha accolto l’istanza avanzata dal difensore, l’avvocato Flavio Sintra. E’ stato revocato l’obbligo di presentazione. Il legale, invece, si è opposto all’aggravamento indicato dai pm ai giudici nisseni. Per la posizione di Scerra il riesame sarà trattato la prossima settimana, mentre il difensore, l’avvocato Valentina Lo Porto, ha contestato la richiesta di aggravamento della misura.