Ipab, pm confermano richiesta di aggravamento misure: difese al riesame, “annullamento”

 
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Gela. Il procuratore capo Fernando Asaro e i sostituti Luigi Lo Valvo e Ubaldo Leo, che stanno seguendo l’inchiesta “Avaritia” sulla gestione dell’Ipab “Aldisio”, questa mattina hanno ribadito che ci sono tutti gli estremi per aggravare le misure imposte ai principali coinvolti, l’ex presidente del cda della casa di ospitalità don Giovanni Tandurella (attualmente ai domiciliari), l’ingegnere Renato Mauro (amministratore della società privata “La Fenice”) e gli esponenti di Fratelli d’Italia Sandra Bennici (dimessasi dal consiglio comunale) e Salvatore Scerra (invece ancora in carica). I pm, presenti davanti ai giudici del riesame di Caltanissetta, si sono invece opposti all’eventuale accoglimento dei ricorsi delle difese, che chiedono l’annullamento delle ordinanze emesse dal gip del tribunale. La procura è certa che ci sarebbero state pesanti irregolarità, alla base del patto tra l’ex guida dell’Ipab e il gruppo privato, che in questo modo riuscì ad ottenere la gestione di strutture e servizi interni all’ente pubblico. I pm e i carabinieri non escludono ipotesi corruttive ma anche pesanti illeciti sui fondi che don Tandurella avrebbe ottenuto attraverso donazioni e lasciati di ospiti e loro familiari. L’inchiesta è attualmente in corso e coinvolge quattordici indagati, oltre alla società “La Fenice”. I difensori, invece, davanti ai giudici nisseni del riesame hanno nuovamente contestato le accuse. Hanno parlato per diverse ore, con l’obiettivo di arrivare all’annullamento e alla revoca delle misure attualmente imposte ai quattro principali indagati. Per Mauro, Bennici e Scerra, il gip ha disposto l’obbligo di presentazione. La procura, invece, chiede misure più restrittive. Ci sarebbe il rischio, secondo i magistrati, di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Le difese di don Tandurella (con il legale Giovanna Zappulla), di Mauro (con l’avvocato Giacomo Ventura) e di Bennici (con l’avvocato Flavio Sinatra), hanno ribadito le ragioni esposte nei ricorsi per il riesame. Oltre che per la revoca delle misure personali, i ricorsi sono stati avanzati anche per la revisione di quelle reali. Gli investigatori, infatti, hanno disposto il sequestro di beni e di somme di denaro.

La difesa del consigliere comunale Scerra, sostenuta dall’avvocato Valentina Lo Porto, ha concluso respingendo l’ipotesi dell’aggravamento della misura. Per il legale, mancherebbero le condizioni. Il riesame, rispetto alla posizione dell’ex presidente della commissione servizi sociali, verrà invece trattato la prossima settimana. Le decisioni dei giudici nisseni dovrebbero arrivare entro i prossimi giorni. Saranno valutati tutti gli elementi esposti sia nell’appello della procura che nei ricorsi depositati dalle difese dei quattro coinvolti.

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