Gela. Negli ultimi anni, villette e aree residenziali sono sorte praticamente in tutti i quartieri della città, con in testa quelli più periferici. Milioni di euro pagati dal Comune e ancora non recuperati. Mentre i piani di edilizia economica e popolare si materializzavano, sulla testa dell’ente comunale s’iniziavano ad addensare le nubi degli espropri d’oro: milioni di euro versati agli ex proprietari delle aree occupate per far spazio ai cantieri delle villette. In più occasioni, i magistrati della Corte dei conti regionale e i revisori contabili del Comune hanno chiesto di fare chiarezza. Al centro dei dubbi, ci sono soprattutto le azioni di rivalsa necessarie a recuperare quanto versato. L’ente comunale, dopo aver liquidato le indennità d’esproprio ai tanti ex proprietari rimasti senza terreni, si sarebbe dovuto rivalere, almeno sulla carta, nei confronti delle cooperative e delle associazioni che intanto avevano edificato, rivendendo gli immobili. Da questo punto di vista, però, mancano numeri reali. Da poco, sono stati i componenti della commissione comunale bilancio presieduta dal forzista Salvatore Scerra a chiedere dati certi anche sul fronte espropri. “Stiamo lavorando per attivare tutte le necessarie azioni di rivalsa e recuperare quanto speso dall’ente per il pagamento delle indennità d’esproprio – spiega l’assessore al bilancio Fabrizio Morello – a dire la verità, abbiamo trovato molta confusione su questo fronte. Quelle poche azioni di rivalsa già avviate sono state condotte praticamente a macchia di leopardo, senza un vero ordine. Fin dal primo momento, abbiamo sostenuto la necessità di recuperare i soldi spesi dall’ente per espropri che sono serviti alle cooperative e alle aziende che, negli scorsi anni, hanno costruito in diverse zone della città”. Uno dei nodi più difficili da sciogliere, però, riguarda tutte quelle cooperative e associazioni che, dopo anni, non esistono più. “E’ un problema che i nostri uffici stanno affrontando – conclude l’assessore – una cosa è certa, anche se non esistono più le cooperative, ci sono ancora i singoli soci”.