Gela. Nessun conferimento oltre i quantitativi indicati nel provvedimento regionale del maggio dello scorso anno. I giudici del Tar Palermo hanno accolto in gran parte il ricorso avanzato dal legale della “Impianti Srr”, la società in house che gestisce la piattaforma integrata di Timpazzo. Con un’ordinanza, i magistrati palermitani sono intervenuti sul decreto del dipartimento regionale acqua e rifiuti, che a fine marzo ha disposto il taglio del limite massimo di rifiuti quotidianamente conferibili a Timpazzo. L’avvocato Stefano Polizotto, per conto di “Impianti Srr”, ha proceduto per la sospensiva, così da bloccarne gli effetti. Contemporaneamente, gli uffici regionali hanno deciso il riesame dell’Aia, che per Timpazzo era stata rilasciata nel 2013. Scelte, quelle del dipartimento, che vengono sostanzialmente censurate dal Tar. L’Aia, per i giudici, venne rilasciata dopo “approfondita istruttoria, condotta con il coinvolgimento di numerose amministrazioni, tra cui Arta Servizio 2-Emissioni in atmosfera, Arta Servizio 4–Protezione patrimonio ambientale, Asp di Gela e Arpa di Caltanissetta”. Allo stesso modo si sarebbe dovuto procedere per rivedere quel provvedimento. Cosa che però la Regione non ha fatto. “Per il principio del contrarius actus, la modifica del detto decreto avrebbe dovuto far seguito a procedimento analogo a quello seguito per l’adozione del provvedimento di primo grado, oggetto di intervento in autotutela; il ricorso presenta, dunque, sufficienti profili di fondatezza, sotto il profilo del difetto di istruttoria”, scrivono i giudici. Allo stesso tempo, tengono in considerazione che è in atto l’ennesima emergenza rifiuti sull’isola, tale da spingere l’assessorato regionale e il dipartimento ad insistere su siti come Timpazzo. “Deve tuttavia tenersi anche conto della situazione critica inerente l’attuale crisi impiantistica sul territorio regionale, situazione rappresentata nel provvedimento impugnato, che impone di tutelare anche il contrapposto interesse pubblico allo smaltimento dei rifiuti”, si legge nell’ordinanza. Il Tar entrerà nel merito del ricorso solo a dicembre. Intanto, per mettere insieme la tutela della capacità del sito di Timpazzo e il bisogno che i rifiuti possano essere smaltiti, stabilisce che “nelle more della trattazione nel merito del presente giudizio, la ricorrente (n.d.r “Impianti Srr”) continui a rispettare il limite di conferimento già imposto con il d.R.S. n. 520 del 17 maggio 2021 e ciò anche alla luce della nota del 31 marzo 2022, con cui la stessa società ricorrente ha chiesto di essere autorizzata a mantenere il detto limite di conferimento (950 t/g)”.
Il provvedimento del dipartimento regionale dello scorso marzo ha depennato il limite massimo giornaliero per Timpazzo, che era fissato a 450 tonnellate. Per molti, si è trattato di una scelta finalizzata ad avere campo libero, così da smaltire altro surplus, mettendo a forte rischio la tenuta della piattaforma locale, con l’ombra di una saturazione anticipata. I vertici della “Impianti Srr”, dopo essersi consultati con quelli della Srr4, si sono rivolti al Tar. L’ordinanza arriva mentre la Regione, anche negli ultimi giorni, ha insistito per ulteriori conferimenti a Timpazzo, per carichi che arriverebbero dal sito di “Sicula Trasporti”. C’è stato un no secco formalizzato dalla Srr4. L’amministrazione comunale, che attraverso il sindaco Lucio Greco e l’assessore Cristian Malluzzo ha più volte chiesto alla Srr4 di assumere una posizione forte a tutela di Timpazzo, ha da poco autorizzato un ulteriore ricorso, sempre contro il provvedimento della Regione che ha eliminato il tetto massimo giornaliero, previsto nell’Aia.