Gela. Una diversa cultura del lavoro, a partire da quello che accade in città. Dopo la denuncia pubblica di Martina Licata, riportata dalla nostra testata, è ormai evidente che anche a livello locale la vena del lavoro nero continua ad alimentare rapporti tra tanti datori di lavoro e dipendenti. Il segretario provinciale della Filcams Cgil Nuccio Corallo considera fondamentale mettere insieme istituzioni, sindacati e anche l’associazione antiracket. “Oltre la denuncia ribadiamo e lanciamo una proposta, quella di un tavolo aperto a tutti i soggetti interessati, organizzazioni sindacali dei lavoratori e datoriali, ente bilaterale del settore, Ordine dei Consulenti, Ispettorato del Lavoro, Associazioni Antiracket, per stabilire un percorso virtuoso fatto di rispetto della legge e della giustizia, vanno estromessi i datori di lavoro che evadono tasse e non rispettano i contratti e premiati coloro che con mille fatiche pagano tasse e rispettano il Contratto collettivo nazionale di lavoro. Dobbiamo dare speranza ai giovani e alla città. La normalità esiste e la si può praticare”, dice Corallo.
La Filcams, ormai da tempo, segnala storture e ha lanciato la campagna contro il lavoro nei giorni festivi. “Allo sfruttamento si aggiunge il danno economico e contributivo che viene costantemente perpetrato alle lavoratrici e ai lavoratori, ma anche a tutti i cittadini. C’è la sottrazione del tempo, quel tempo che viene eroso alle proprie famiglie, alle proprie passioni, ai propri hobby, tutto ciò oltre a costituire un reato rappresenta una piaga drammaticamente aperta nei nostri territori che si trasforma in un messaggio estremamente negativo che spinge i giovani e i meno giovani ad abbandonare la propria terra. Senza parlare del lavoro delle donne, che il più delle volte devono fare i conti col proprio essere donne, madri, figlie. Il fenomeno del lavoro nero è in espansione, e necessita di controllo e di interventi immediati ma va coltivata la cultura del lavoro, del lavoro dignitoso che deve essere perseguito con tenacia e richiede azioni educative, cura e amore per la legalità e la giustizia. Serve un’inversione di tendenza, serve trasmettere la legalità e praticarla, serve coinvolgere tutti i soggetti interessati, datori di lavoro, organizzazioni sindacali dei lavoratori e datoriali, consulenti del lavoro e Ispettorato del lavoro e perché no anche l’associazione antiracket. Bisogna formare ed informare lavoratori e aziende e poi ridare dignità e speranza nel cambiamento alle lavoratrici e ai lavoratori dai settori turistico ricettivo, del commercio e di tutti gli altri settori dove si annida l’illegalità lavorativa, come quello agroalimentare ed edile. Come Filcams e Cgil ci impegniamo quotidianamente a investire e portare avanti iniziative che combattono il lavoro nero, la precarietà, le nuove forme di povertà e siamo fermamente convinti che bisogna investire per una società sostenibile improntata alla giustizia sociale al lavoro stabile e dignitoso solo così potremmo ridurre i divari e li disuguaglianze sociali territoriali del nostro paese. Solo così porteremo i nostri bravi giovani preparati a rimanere nella nostra città. Perché solo rimettendo al centro il lavoro, solo rafforzando il ruolo dei contratti collettivi nazionali e credendo nella loro funzione di tutela e di garanzia per i lavoratori, solo allora potremmo sperare in un cambiamento di rotta. Nessuno deve essere lasciato indietro bisogna garantire a tutti il diritto al lavoro e alla formazione”.