Gela.“Cercasi maggioranza”. L’opposizione esce allo scoperto, con la sola assenza dei consiglieri di FdI toccati dall’inchiesta Ipab. I leghisti, l’esponente Db Gabriele Pellegrino, la grillina Virginia Farruggia, l’esponente di “Rinnova” Alessandra Ascia, il dem Gaetano Orlando e i consiglieri di “Liberamente” Vincenzo Casciana e Pierpaolo Grisanti e l’indipendente Paola Giudice, vedono un’alleanza, quella del sindaco, priva di numeri e lacerata. Valutazioni fatte anche a seguito della seduta di ieri sera dell’assise civica. Pef e provvedimento sulle tariffe Tari sono stati ritirati, con il ministero che ha prorogato il termine per l’approvazione dei bilanci di previsione. Il ministero, secondo gli esponenti di opposizione, ha sostanzialmente “salvato” i pro-Greco, che anche ieri si sono ritrovati con numeri assai ridotti. Neanche la tempistica è accettabile. Atti importanti, che incidono sul bilancio, si sono materializzati solo ventiquattro ore prima della seduta. Mosse che non hanno convinto neanche i civici di maggioranza. “Ancora una volta si torna a sollevare un nodo presente nei lavori consiliari, quello del ritardo nell’invio di documenti fondamentali, da studiare per poter discutere e votare le delibere arrivate in aula. Perché entro la data di oggi scattava il termine perentorio per l’approvazione di tasse e tariffe comunali. Una sorta di corsa a ostacoli, rinvii che non giovano alla serenità dei lavori consiliari. L’amministrazione si è fatta trovare totalmente impreparata al termine perentorio del 31 maggio per l’approvazione delle tasse e tariffe comunali. È stata salvata da un’ulteriore proroga arrivata ieri pomeriggio dal ministero degli interni. L’atto così come presentato sarebbe stato invotabile – spiegano i consiglieri – si è fatto di tutto e di più, in totale assenza di trasparenza e presenza degli atti. I documenti propedeutici alla discussione arrivano spesso all’ultimo minuto”. Troppe decisione schiacciate solo sulla volontà del sindaco Lucio Greco. Ci sarebbe questo, secondo l’opposizione, dietro a passi forzati e al limite. Anche il presidente dell’assise civica Salvatore Sammito è ritenuto troppo accondiscendente. “Si è superato il limite dell’equilibrio. Ci troviamo nella condizione che si convoca un consiglio comunale per votare la Tari 2022 e il Pef, dall’oggi al domani. Una situazione che ha dell’incomprensibile e non può essere più tollerata. Le date di approvazione dei tributi sono slittate di due mesi, come previsto dal decreto Milleproroghe, quindi l’amministrazione aveva tutto il tempo per la preparazione dei documenti contabili da sottoporre all’attenzione dei consiglieri, che hanno il diritto di approfondire gli argomenti per cui devono dare il proprio voto con scienza e coscienza. I consiglieri si trovano nella condizione di un mancato e dovuto approfondimento poiché non hanno la documentazione. L’argomento Tari è un tema molto complesso sul quale si deve avere, oltre alla documentazione, anche il tempo utile per l’approfondimento amministrativo e contabile. Le cattive abitudini – dicono i consiglieri di opposizione – sono difficili da debellare e questa amministrazione fa ben poco per spazzarle via, finendo invece per sguazzarci dentro. Non c’è il tempo materiale per leggere e valutare e questo è sinonimo di una mancanza di rispetto verso i consiglieri comunali, con l’assist del presidente che ha inserito il punto all’ordine del giorno senza dare tempo alla commissione di studiare e valutare l’atto. Il Comune si limita ad applicare decisioni prese da un solo uomo, cercando di mortificare il ruolo del consiglio comunale. Per noi la buona amministrazione è quella di fatti concreti e di risposte solerti, valutate con estrema attenzione mettendo sempre al centro l’interesse della collettività. Il primo cittadino è sempre meno disponibile al dialogo e quindi platealmente decisionista nelle soluzioni da assumere e negli atti da votare, ponendo tutte le condizioni e imponendosi tassativamente sulla maggioranza e sul suo modo di procedere. Nel sindaco si coglie la continua necessità di autoreferenziarsi e di tenersi ben ancorato allo scranno del comando”.
Conclusioni nette, che escludono qualsiasi ponte di dialogo. Il ruolo dell’opposizione, in questa fase, può essere cruciale. La presenza in aula, anche su atti pesanti, si è spesso rivelata risolutiva. “Ma la maggioranza, che già nell’esprimere il voto su altri atti, ieri sera, ha nuovamente dimostrato forti divisioni e contrasti, non può pensare di ricorrere all’opposizione per poter restare in aula e votare atti così importanti come il Pef e le tariffe Tari. E’ verosimile pensare che, se ieri si fossero dovuti votare gli atti che poi sono stati ritirati, non sarebbero stati bocciati, anche se l’opposizione fosse rimasta in aula, con l’ennesimo atto di responsabilità, per garantire il numero legale”, concludono.