Ravenna. Tre ergastoli. Per il pm della procura di Ravenna, Marilù Gattelli, Il cinquantasettenne gelese Orazio Tasca, Alfredo Tarroni e Angelo Del Dotto, sono pienamente responsabili dell’omicidio dell’allora ventenne Pierpaolo Minguzzi. Il giovane, all’epoca militare di leva, fu rapito e poi ucciso. Il suo corpo riemerse dalle acque del Po di Volano. L’ex carabiniere Tasca, l’altro militare dell’arma Del Dotto e l’idraulico Tarroni, avrebbero fatto parte del commando che sequestrò Minguzzi. L’obiettivo era ottenere un riscatto dalla famiglia, proprietaria di un’azienda nel settore agricolo e dell’ortofrutta. Il giovane, però, sarebbe stato subito ucciso. La procura ravennate ha concluso per il coinvolgimento dei tre, che in passato sono già stati condannati per un fatto analogo, successivo di poche settimane al sequestro Minguzzi. Gli imputati hanno sempre respinto le pesanti contestazioni. Secondo gli inquirenti, Tasca fu il telefonista, che contattò la famiglia Minguzzi per ottenere il riscatto, circa trecento milioni delle vecchie lire. Nel corso della lunga istruttoria dibattimentale, si è proceduto anche a perizie foniche, con conclusioni discordanti tra accusa e difesa.
I familiari del giovane, ucciso nell’aprile del 1987, sono parti civili, con i legali Paolo Cristofori, Luca Canella, e Luisa Fabbri. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Luca Orsini, Gianluca Silenzi e Andrea Maestri. Nel corso della requisitoria, protratta per circa quattro ore, il pm ha anche chiesto la trasmissione degli atti alla procura per valutare la posizione di due carabinieri, che avrebbero rilasciato false dichiarazioni. La procura ravennate, infatti, non esclude che già all’epoca ci possano essere state coperture e possibili depistaggi. La prossima settimana toccherà proprio alle parti civili esporre le rispettive conclusioni.