Indagine Ipab, Mauro, Scerra e Bennici respingono accuse: ora difese al riesame

 
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Gela. Hanno respinto le accuse che gli vengono mosse. Questa mattina, dopo l’interrogatorio di ieri di don Giovanni Tandurella, è toccato agli altri tre indagati nell’inchiesta “Avaritia”. L’ingegnere Renato Mauro, amministratore della società “La Fenice”, ha risposto alle domande del gip Roberto Riggio. Ha escluso irregolarità nei rapporti con l’Ipab “Aldisio”, dal quale “La Fenice” ottenne la gestione privata di servizi e strutture, all’interno della casa di riposo di Caposoprano. Mauro, difeso dall’avvocato Giacomo Ventura, ha voluto chiarire, sulla scorta degli atti e delle contestazioni che gli vengono mosse, compresa quella di corruzione. Non ci sarebbero state, secondo questa linea, anomalie o violazioni della normativa. Ha risposto, punto per punto, anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Salvatore Scerra. Difeso dal legale Valentina Lo Porto, ha parlato di rapporti regolari tra la società e l’Ipab. Non avrebbe operato illecitamente nei rapporti tra l’ente e la società. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere, invece, l’altro consigliere comunale di FdI, Sandra Bennici, tra i riferimenti societari del gruppo che si occupò anche della gestione dei servizi privati all’Ipab. Difesa dall’avvocato Flavio Sinatra, ha preferito rilasciare dichiarazioni spontanee. Si è detta estranea ad ogni accusa, ribadendo la regolarità dell’attività svolta.

I tre, così come don Tandurella (difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla) si rivolgeranno al riesame. L’inchiesta è in corso, coordinata dai pm della procura e condotta dai carabinieri.

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