L’asse mafioso Gela-Niscemi: Barberi, Musto e Rizzo in appello in attesa del verdetto della Cassazione

 
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Gela. Tutto rinviato al prossimo aprile in attesa di conoscere il verdetto dei giudici della Corte di cassazione che devono ancora pronunciarsi dopo il ricorso della procura generale.

Le condanne di primo grado. E’ iniziato con un rinvio il giudizio d’appello nei confronti di Alessandro Barberi, Alberto Musto e Fabrizio Rizzo. Sono accusati di aver cercato di riorganizzare il clan di cosa nostra sull’asse Gela-Niscemi. In primo grado, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanisetta pronunciò condanne per un totale di oltre trent’anni di detenzione. Dodici anni di reclusione per Barberi, dieci anni e quattro mesi imposti ad Alberto Musto e otto anni e due mesi comminati a Fabrizio Rizzo. La scorsa estate, però, la procura generale decise d’impugnare il verdetto in Cassazione, ritenendo l’ammontare delle pene fin troppo esiguo. I giudici d’appello, quindi, attendono che i colleghi romani si pronuncino sul ricorso. Già in primo grado, comunque, i difensori dei tre imputati, finiti al centro del blitz “Fenice”, contestarono nettamente la ricostruzione condotta dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Gli avvocati Francesco Spataro, Flavio Sinatra e Antonio Impellizzeri hanno escluso l’esistenza di un nuovo clan, mettendo in dubbio le conclusioni investigative. Tra i punti deboli delle accuse, secondo i difensori, il fatto che le indagini presero il via dalle dichiarazioni di Roberto Di Stefano, per alcuni mesi collaboratore di giustizia e, poi, arrestato a conclusione del blitz “Fabula” con l’accusa di essere inserito nel clan Rinzivillo. Tra le contestazioni mosse ai tre imputati, anche quella legata alle pressioni subite dai fratelli Lionti, imprenditori niscemesi, che si sono costituiti parte civile così come l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentata in aula dall’avvocato Giuseppe Panebianco.Per gli stessi fatti, altri tre arrestati nel blitz “Fenice” si trovano davanti al collegio del tribunale di Gela: Luciano Albanelli, Salvatore Blanco e Alessandro Ficicchia hanno scelto di farsi giudicare in dibattimento.

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