Ipab, domani don Tandurella dal gip: venerdì interrogatori per Mauro, Scerra e Bennici

 
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Il procuratore Asaro e il colonnello dei carabinieri Vincenzo Pascale

Gela. Sono in pieno svolgimento le attività di indagine, partite dalla gestione dell’Ipab “Aldisio”, che hanno portato al provvedimento di arresto per l’ex presidente del consiglio di amministrazione della struttura, don Giovanni Tandurella (posto ai domiciliari), e all’obbligo di presentazione per i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Salvatore Scerra e Sandra Bennici, e per l’ex dirigente comunale Renato Mauro. Pare che le perquisizioni per acquisire atti, nelle scorse ore siano proseguite anche fuori dal municipio, dove ieri i carabinieri sono arrivati negli uffici del settore servizi sociali. Questo versante dell’indagine rimane aperto. Gli indagati, invece, si preparano ad essere sentiti dal gip del tribunale. Domani pomeriggio, sarà il turno di don Tandurella, che difeso dall’avvocato Giovanna Zappulla, sosterrà l’interrogatorio di garanzia. Venerdì mattina, invece, toccherà agli altri coinvolti. Dal gip Roberto Riggio, si presenteranno l’ingegnere Mauro, amministratore della società “La Fenice”, che ebbe in gestione strutture e servizi dell’Ipab (è difeso dall’avvocato Giacomo Ventura), e i consiglieri comunali Sandra Bennici (con il legale Flavio Sinatra) e Salvatore Scerra (rappresentato dall’avvocato Valentina Lo Porto). Per i pm della procura che stanno portando avanti l’inchiesta, insieme ai carabinieri, ci sarebbero state pesanti irregolarità nel rapporto tra l’ex vertice dell’Ipab di Caposoprano e la società privata. Sarebbero stati violati i principi di pubblicità e trasparenza nell’affidamento dei servizi. Nel corso delle attività di verifica, sono emersi presunti casi di corruzione. A Tandurella viene contestato di aver ottenuto fondi, anche dagli ospiti, per poi destinarli ad usi privati.

Ieri, il procuratore capo Fernando Asaro ha fatto riferimento all’attività d’indagine in corso, che ha consentito di risalire ad altre ipotesi di reato, dalla falsità ideologica al riciclaggio. Il gip ha autorizzato il sequestro preventivo di somme per oltre centomila euro e di un’abitazione. Nel maggio di due anni fa, il commissario nominato dalla Regione, a conclusione di una verifica tecnica degli atti, bloccò ogni rapporto tra l’Ipab “Aldisio” e “La Fenice”, dichiarandone la nullità.

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