Gela. Due pistole, un fucile, munizioni e un sistema per captare conversazioni, erano in un’abitazione di via Spoleto. I poliziotti del commissariato e quelli della squadra mobile entrarono nell’immobile e le pistole furono trovate nella disponibilità di una quarantenne. Questa mattina, il giudice ha disposto la condanna ad un anno e nove mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena. La procura, con il pm Antonio Scuderi, ha concluso confermando la piena responsabilità dell’imputata, che attraverso il legale di difesa, l’avvocato Giovanna Cassarà, ha optato per il giudizio abbreviato. Dai banchi d’accusa è arrivata la richiesta di condanna a due anni e sei mesi di reclusione, senza pena sospesa.
Vincenza G., un’incensurata, ha spiegato che le pistole le trovò in un’area incolta, in periferia. Avrebbe voluto consegnarle alle forze dell’ordine ma pare che alla fine non lo fece. Il blitz nell’abitazione, consentì agli agenti di trovare e sequestrare le armi. La procura non ha escluso che potessero servire per commettere atti illeciti e che fossero a disposizione di altri. La donna ha invece confermato la sua versione dei fatti. Il giudice, anche sulla base dell’assenza di precedenti penali, ha deciso per la condanna ad un anno e nove mesi di detenzione, con pena sospesa. Come chiesto dal legale dell’imputata, le sono stati revocati gli arresti domiciliari.