Gela. Gli interventi per il porto rifugio, attesi da anni, tutto sembrano salvo che delle priorità. In Regione, sicuramente non si va a passo spedito e la lunga volata verso le elezioni del prossimo autunno non sembra propendere per uffici al massimo delle potenzialità, anzi. La caratterizzazione delle sabbie venne completata quattro anni fa. Da allora, non c’è mai stato un vero avanzamento delle procedure, al punto di aver fatto scadere anche l’efficacia del piano del 2018. Così, si è riproposta la necessità di ripartire praticamente da zero. L’aggiornamento della caratterizzazione, in un sito portuale che rientra nel Sin, comporterà una spesa non inferiore a 780 mila euro. I nuovi servizi da svolgere sono stati affidati lo scorso marzo. Dopo circa due mesi, al dipartimento regionale della protezione civile l’unica vera novità riguarda la nomina del direttore dell’esecuzione del contratto e del direttore operativo. Sono stati individuati due funzionari interni, un geometra e un architetto. Dovranno occuparsi di portare avanti tutte le attività amministrative e di verifica degli interventi per la caratterizzazione. Il porto rifugio, invece, rimane nella condizione di sempre, isolato e quasi per nulla accessibile.
Il commissario della Zes della Sicilia orientale Alessandro Di Graziano, nel corso della visita in città di due settimane fa, ha richiamato l’importanza delle infrastrutture del fronte mare, anche per sviluppare investimenti strategici. Ad oggi, poco si sa anche dell’effettivo passaggio di consegne all’Autorità portuale della Sicilia occidentale, che almeno sulla carta dovrebbe prendere il posto della Regione, che si è dimostrata del tutto priva di capacità di intervento e non ha ancora chiuso un procedimento che dura da anni. Non c’è mai stato l’avvio di lavori, già finanziati, che dovrebbero consentire di rendere fruibile il sito portuale, sul quale ha posto l’attenzione anche Sicindustria, siglando lo scorso anno un protocollo con il Comune. Pensare a progetti e sviluppi infrastrutturali, con le condizioni attuali, è del tutto impossibile, mentre l’attenzione nazionale si concentra sul gas di “Argo-Cassiopea”, con un investimento che si svilupperà senza strutture collaterali.