L’amministratore giudiziario svuotò le casse delle sue aziende, assolto un imprenditore: non pagò 4 mila euro

 
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Gela. Dopo la scarcerazione trovò le sue tre aziende praticamente decotte. Senza fondi immediatamente disponibili, non riuscì a pagare neanche una cauzione da 4 mila euro.

Le aziende svuotate. Un mancato pagamento che è costato il processo all’imprenditore dell’autotrasporto Rocco Palmeri. Il giudice Marica Marino, però, ha emesso un dispositivo d’assoluzione. In questo modo, sono state accolte le richieste formulate dai difensori di fiducia dell’imprenditore, gli avvocati Flavio Sinatra e Raffaela Nastasi. Palmeri, oramai dieci anni fa, finì al centro del blitz antimafia “Tagli Pregiati”, tutte le aziende di famiglia vennero sequestrate e, successivamente, a gestirle intervenne l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara. Una gestione, la sua, stando a quanto riferito dai difensori di Palmeri, che svuotò completamente le casse delle aziende. Attualmente, il legale è finito al centro di una vasta indagine coordinata dai magistrati di Palermo. “Ancora oggi – hanno detto in aula i difensori – Palmeri attende di ricevere quanto sottratto dall’amministratore giudiziario. Una sentenza dei giudici civili d’appello di Caltanissetta obbliga l’amministratore a restituire le somme. Fino ad ora, non è ancora avvenuto”. L’imprenditore, quindi, non sarebbe riuscito a pagare la cauzione per cause di forza maggiore: con le aziende svuotate e una detenzione protrattasi per diverso tempo. Il giudice Marino ha ritenuto il fatto contestato all’imputato di “tenue entità” e ha emesso un verdetto assolutorio. Nonostante le difficoltà attraversate, lo stesso Palmeri è comunque riuscito a riprendere la propria attività e a riavviare una propria azienda.

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