Gela. L’inchiesta si è mossa parallela a quella sulla presunta corruzione per le forniture idriche dal punto di approvvigionamento comunale di Montelungo. Per i pm della procura, i due coinvolti sarebbero dietro anche all’intimidazione ai danni di un funzionario di Palazzo di Città, che alcuni anni fa ricevette una busta, contente un proiettile. Gli inquirenti non escludono che il funzionario avesse individuato anomalie nella gestione delle forniture idriche, dal punto comunale di Montelungo. Forse, per questa ragione un altro dipendente municipale, Rosario Moscato, e Gaetano Cassarà, titolare di una ditta di autobotti per le forniture idriche, il prossimo febbraio dovranno presentarsi davanti al giudice del tribunale. I pm della procura avevano già formalizzato la richiesta di giudizio, confermando l’accusa di minacce. Ad inizio settimana, invece, per entrambi si è tenuta l’udienza preliminare sulla presunta corruzione.
Le difese, sostenute dai legali Nicoletta Cauchi e Fabio Fargetta, potrebbero ottenere il sì ad un eventuale patteggiamento, con risarcimento da garantire al Comune. In base alle accuse, Moscato, dietro pagamenti, avrebbe consentito a Cassarà di rifornirsi dal punto di carico comunale. Entrambi furono seguiti e intercettati. Nel corso dell’indagine principale, maturò il sospetto che quel proiettile fosse stato inviato dai due per intimidire il funzionario comunale, che probabilmente stava effettuando verifiche.