Gela. Ieri, il tavolo di maggioranza convocato dal sindaco Lucio Greco non ha sortito effetti. Pochi i consiglieri che hanno risposto alla chiamata dell’avvocato e sul tema dell’impianto per i rifiuti, annunciato dal presidente della Regione, non c’è stata neanche la possibilità di avviare il confronto. L’amministrazione comunale vuole valutare i pro e i contro di un sistema del genere e il sindaco, insieme agli assessori, ha già avuto una prima riunione con i manager delle società che hanno proposto l’investimento e che hanno del tutto escluso che si tratti di un termovalorizzatore. L’avvocato Greco ha più volte ripetuto che non si accetteranno “diktat” imposti dall’alto e che c’è la necessità anzitutto di salvaguardare l’ambiente e la salute pubblica. Domani pomeriggio, invece, associazioni e anche partiti (ci sarà sicuramente il Pd), faranno il punto della situazione. Possibile la presenza di esponenti del Movimento cinquestelle, altro gruppo che ritiene necessario fare chiarezza e coinvolgere la città. E’ uno dei primi incontri di un fronte del no all’inceneritore, che sta man mano raccogliendo consensi. Tanti nutrono forti dubbi sull’impianto, destinato a lavorare i rifiuti della Sicilia occidentale, in un’area già fortemente intaccata dall’impatto industriale e che da decenni rientra tra i siti maggiormente a rischio. Il confronto si apre tra esponenti di associazioni e tra queste Lipu, Wwf, Zero Waste Italy, Italia Nostra, Rcts e Rifiuti Zero Sicilia.
I dirigenti locali del Pd, come conferma il segretario provinciale Peppe Di Cristina, ci saranno. Sia Di Cristina che il segretario cittadino Guido Siragusa, pur non essendo “ideologicamente contrari” a sistemi come quello annunciato, dissentono sulla presenza di un maxi impianto in un territorio che ha già una piattaforma integrata dei rifiuti, con la discarica Timpazzo da circa un anno sotto fortissima pressione, con i conferimenti che arrivano da diverse aree dell’isola. C’è poi l’industria, che nei decenni ha lasciato segni ancora oggi assai profondi. Anche le prime dichiarazioni rilasciate dai manager di Myrechemical e Asja, le aziende che hanno proposto l’investimento, non hanno del tutto convinto. Ieri, il segretario cittadino dem Guido Siragusa ha parlato di una “tecnologia che comunque rilascia emissioni”, pur in misura inferiore a quelle di un inceneritore. Le associazioni vogliono aprire un dibattito su un modello diverso per il territorio.
Gela per anni è stata conosciuta come la città del petrolio , l’ immagine nuova sarà la città del rifiuti per un’associazione d’ immagine, non sarà mai la città che vuole avere altri modelli di sviluppo come ad esempio il turismo , con la valorizzazione
del porto rifugio se operativo il mare diventa l’oro blu
Evidentemente qualcuno non vuole che Gela diventi di valore.