Gela. Mancate notifiche, che vanno rinnovate, hanno indotto il gup del tribunale, il giudice Francesca Pulvirenti, a disporre il rinvio a fine giugno nel procedimento scaturito dalla terribile esplosione di tre anni fa, tra le bancarelle del mercato rionale di via Madonna del Rosario. Il bilancio fu pesante, con due donne che morirono nei giorni successivi, proprio per le gravissime ferite riportate. Furono almeno una trentina i feriti. Tiziana Nicastro e Giuseppa Scilio ebbero la peggio, perdendo la vita, nonostante fossero state trasferite in centri di alta specializzazione. A rispondere alle accuse, compresa quella di omicidio colposo, è il titolare della rivendita dalla quale si innescò l’esplosione. L’ambulante quarantasettenne Claudio Catanese è accusato inoltre di di incendio, di lesioni colpose e di una lunga serie di violazioni amministrative e delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Per gli investigatori, sarebbe stata violata la disciplina anche sulla tenuta delle bombole gpl. Sarebbe stato il cedimento meccanico di una di quelle collocate nella rivendita mobile a generare la fuoriuscita e l’esplosione, con le fiamme che si propagarono in pochi istanti. Le indagini si sono estese anche ad una società, proprietaria di una stazione di rifornimento, in territorio di Canicattì. Da quanto emerso dall’indagine, Catanese avrebbe utilizzato l’impianto della “Sicilpetroli” per riempire le bombole di gpl, oltre il limite consentito dalla normativa. Inoltre, gli accertamenti effettuati tra i resti della rivendita mobile, andata distrutta a causa dell’esplosione, avrebbero permesso di concludere che quattro bombole e una tanica piena di carburante erano esposte al sole e collocate a ridosso del sistema per cucinare prodotti di rosticceria.
In base alle conclusioni della procura, ci sarebbero state delle palesi inosservanze delle norme di sicurezza. I familiari delle vittime e i tanti feriti avanzeranno richiesta di costituzione di parte civile. Fin dall’inizio, hanno chiesto che si arrivasse a fare luce su quanto accaduto, ricostruendo le responsabilità. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Ubaldo Leo e condotta dai poliziotti e dai tecnici degli enti di controllo. Catanese è difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri. La società è invece rappresentata dal legale Gerlando Virone.