Gela. Perse tre dita della mano destra mentre era impegnato nel suo turno di lavoro all’interno dello stabilimento di un’azienda attiva nel settore della produzione di plastica.
L’incidente durante il turno di servizio. Le dita furono praticamente tranciate da un macchinario. Per il gravissimo incidente, a giudizio sono finiti in tre. Si tratta della titolare e dei responsabili sicurezza della stessa azienda, da anni presente nell’ex area Asi di contrada Brucazzi. A rispondere è anche la società. Tutto si verificò nel luglio di tre anni fa. In base alla ricostruzione d’accusa, l’operaio, adesso costituito parte civile con l’avvocato Riccardo Balsamo, era addetto alla gestione di un macchinario utilizzato per produrre cassette di plastica. In pochi istanti, però, mentre il dipendente cercava di regolare il flusso dell’acqua di raffreddamento, la sua mano poggiò sulla parte superiore del macchinario priva di paratie protettive e, così, finì nella morsa di un pistone in movimento. I tre imputati, davanti al giudice Ersilia Guzzetta, devono rispondere di lesioni e della mancata adozione delle necessarie misure di sicurezza. L’incidente ha definitivamente ridotto le capacità lavorative dell’operaio.
La difesa ha chiesto un sopralluogo all’interno del capannone. All’apertura del dibattimento, la difesa, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Ferrara, ha subito chiesto di procedere con l’esperimento giudiziale, ovvero un sopralluogo all’interno del capannone per cercare di ricostruire la dinamica dei fatti e valutare lo stato del macchinario. Una richiesta sulla quale il giudice si è comunque riservata di decidere nel corso dell’attività istruttoria. I primi testi verranno sentiti all’udienza del prossimo 13 maggio.