Gela. Poco più di 500 persone, infreddolite, in una piazza San Francesco oramai denominata la “piazza della protesta” ha ospitato la messa della solidarietà celebrata dal vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana.
Una messa all’aperto con le chiese chiuse in segno di rispetto per il momento difficile che sta vivendo la città di Gela, dopo per 17 giorni lavoratori dell’indotto, del diretto e del mondo agricolo hanno protestato per rivendicare il diritto al lavoro.
Tutti i preti di Gela erano presenti stasera in piazza Municipio per portare solidarietà e conforto a quelle famiglie che stanno soffrendo la mancanza di lavoro dopo la chiusura della Raffineria e l’esaurimento degli ammortizzatori sociali. “Avrei desiderato che la gente sentisse con maggiore assillo, vicinanza la situazione di questi nostri carissimi lavoratori – ha ammonito dal palco della piazza il vescovo – Siamo qua comunque nella rappresentanza e nella preghiera vogliamo chiedere che il Signore ci aiuti a comprendere quale possa essere la strada da percorrere. Un percorso che deve essere di collaborazione, apertura e superamento del nostro egoismo che si tramuta in tornaconto personale”.