Gela. Dovranno sostenere il giudizio per presunte irregolarità nell’affidamento di un servizio straordinario di raccolta rifiuti, formalizzato quattro anni fa, a causa dell’emergenza che fece aumentare a dismisura i cumuli in strada. Il gup Roberto Riggio ha deciso per il processo rispetto all’allora dirigente comunale del settore ambiente, Patrizia Zanone, e per il funzionario dell’ente, Rocco Incardona. In base alle contestazioni, avrebbero favorito l’affidamento alla Licata Clean service (società non coinvolta nel procedimento) a discapito di un’altra azienda del settore, la Roma Costruzioni. Fu il titolare di quest’ultima società, l’imprenditore Giuseppe Romano, a segnalare possibili anomalie, che poi diedero avvio agli approfondimenti. La procura ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio. Le difese dei due imputati, sostenute dagli avvocati Franca Gennuso, Rocco La Placa e Tommaso Vespo, non hanno optato per riti alternativi e hanno spiegato che in quell’affidamento non ci fu nulla di irregolare. E’ stata presentata anche documentazione ufficiale. I legali hanno concluso chiedendo il non luogo a procedere. Il rinvio a giudizio è stato invece sostenuto dal legale di Romano, l’avvocato Fabrizio Ferrara. L’imprenditore si è costituito parte civile. Nel giudizio, è intervenuto il Comune, chiamato come responsabile civile e rappresentato dall’avvocato Jessica Di Martino.
Nel periodo finito sotto verifica dei pm, i cumuli erano presenti in ampie aree della città e anche nelle frazioni balneari. Per evitare conseguenze ulteriori, fu disposto un servizio straordinario di raccolta, che per la procura però sarebbe stato affidato in maniera irregolare.