Gela. La trasferta a Roma per cercare di trovare soluzioni davanti alla protesta dell’indotto Eni? “Una sconfitta per la città”. “Solo parole confuse”. I consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle bocciano senza troppe mediazioni la strategia messa in campo dalla loro ex giunta comunale. “Niente certezze sulle bonifiche e sul risanamento ambientale del territorio – spiegano – non sappiamo nulla sui dettagli dei progetti, sulle procedure per il reperimento dei fondi, sulle tempistiche di realizzazione. Solo parole confuse. Parlano di facilitazione del protocollo, lo scrivono nell’Accordo di programma, documento che il sindaco dichiara non modificabile da nessuna parte politica, come a dire che lo ha scritto lui e si fa come dice lui. Purtroppo il protocollo si dimostra fallimentare, una scatola vuota a favore di Eni”.
“Stop ai vecchi politici…”. I grillini sconfessano del tutto l’azione messa in campo soprattutto dal sindaco Domenico Messinese e dal suo vice Simone Siciliano. Non usano mezzi termini neanche davanti alle prese di posizione di calibri da novanta di altri partiti. “Non vogliamo gli interventi di politici che hanno distrutto la salute dei gelesi – attaccano – rendendo legittimo l’inquinamento da pet coke. Vogliamo scelte serie di riconversione e non passerelle in cui vecchi politici dismessi parlano di fantasiose riaperture di impianti”.
Le spese del sindaco. Gli stessi consiglieri del Movimento 5 Stelle, inoltre, sollevano dubbi intorno alle spese sostenute dal sindaco e dal suo vice “negli ultimi otto mesi, passati a viaggiare continuamente a spese della collettività seguiti da una segretaria che entra al Mise mentre i consiglieri comunali, guardati a vista dalle forze dell’ordine, manifestano fuori dal ministero, nel freddo di gennaio, per i diritti dei cittadini”. Se c’era bisogno di un’altra prova del divorzio definitivo tra consiglieri e giunta, allora è appena arrivata.