Gela. E’ stata confermata la condanna a quattro anni di reclusione nei confronti del quarantasettenne Roberto Di Mattia.
Un funzionario di banca preso di mira. Era accusato di aver messo sotto scacco un funzionario di banca e la sua compagna, prestando soldi ad usura e imponendone la restituzione anche con la violenza. Nel maggio di due anni fa, Di Mattia venne condannato dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale. Dopo l’appello presentato dalla sua difesa, la procura generale ha comunque chiesto che la condanna venisse confermata. Ci sarebbero tutte le condizioni per legare la figura di Di Mattia a quella dell’usuraio che avrebbe prima prestato somme di denaro al funzionario di banca in difficoltà per poi chiederne la restituzione con gli interessi, facendo anche irruzione nell’appartamento delle sue vittime. Sia il bancario che la sua compagna si sono costituti parte civile con gli avvocati Giacomo Ventura, Filippo Spina e Maria Elena Ventura. I legali di parte civile hanno a loro volta chiesto la conferma della condanna e il riconoscimento del diritto al risarcimento dei danni insieme ad una provvisionale. L’imputato si è sempre difeso descrivendosi, a sua volta, come vittima di un giro d’usura organizzato da soggetti da lui non conosciuti. Già in primo grado, le parti civili ottennero il diritto al risarcimento dei danni subiti oltre ad una provvisionale in denaro. Dall’inchiesta emerse il presunto ruolo svolto dal fratello dell’imputato che si trova sotto processo davanti al collegio penale del tribunale.