Gela. Si continua a parlare di termovalorizzatori e tra le tante voci locali che si oppongo fortemente alla realizzazione della struttura da 647 milioni di euro, annunciata la scorsa settimana dal presidente della Regione Nello Musumeci, anche la Fiab punta i piedi opponendosi fortemente a questo tipo di intervento.
“È giusto chiamare le cose con il proprio nome. L’inceneritore brucia rifiuti è inaccettabile non solo a Gela ma ovunque perché dannoso per la salute del cittadino – ha dichiarato Simone Morgana- la Fiab, associazione ambientalista che punta a tutelare e valorizzare il territorio si oppone fortemente alla creazione del termovalorizzatore.”
Gela è un territorio ufficialmente riconosciuto come area ad alta crisi di incidenza ambientale, che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di deturpamento del territorio, che sta cercando di guardare al futuro e di assecondare le sue vocazioni naturali improntate alla bellezza e al turismo.
Un appello viene fatto anche ai cittadini affinchè prendano una posizione , si documentino su questo tema così delicato da cu dipende il futuro e la salute della città.
“Il termovalorizzatore non creerà lavoro ma solo gravi danni alla salute di tutti- ha poi aggiunto il presidente della Fiab Morgana –esistono tecnologie innovative e interessanti da utilizzare nel ambito del sistema del riciclo dei rifiuti che potrebbero creare quadruplicare i posti di lavoro che un inceneritore potrebbe fornire.”
Se capisco bene, l’inceneritore dovrebbe bruciare tutto quello che non è riciclabile: chiamata indifferenziata, producendo energia elettrica. Cioè: tutto quello che attualmente viene sversato in discarica; senza produrre energia elettrica, ma ignorando il fatto che inquina le falde acquifere. A furia di dire sempre no, non si fanno investimenti, aumenta la disoccupazione, l’emigrazione ed il calo demografico. Ma la beffa più grande dal mio punto di vista sapete qual’e’? Che dove si va ad emigrare per lavorare, c’è un termovalorizzatore a prescindere. Siccome personalmente ho vissuto per oltre 40 anni in Germania e come me tantissimi, adesso propongo ai negazionisti di dare il cambio.