Gela. “Il termovalorizzatore? E’ un inceneritore, bisogna usare la denominazione corretta. Piuttosto che andare avanti, si va indietro. Produrrà emissioni pericolose, ritorniamo praticamente al tempo del pet-coke”. Fabrizio Nardo, chimico industriale che in passato ha fatto da consulente anche alla magistratura giudicante in procedimenti su danni ambientali, è impegnato da tempo nel settore delle innovazioni per il comparto dei rifiuti. Le sue tecnologie, che hanno ottenuto brevetti in Italia, in Europa e negli Usa, sono applicate per trasformare gli scarti industriali in fertilizzanti, per l’agricoltura biologica e sostenibile. “Siamo impegnati con un’azienda di Caltagirone e a breve un nostro impianto verrà realizzato in Abruzzo, per conto di un’altra azienda privata. In Sicilia, l’iter è in corso con un ente pubblico-privato”, spiega. Nonostante il centro delle sue attività sia ormai concentrato fuori dalla Sicilia, Nardo ha scelto di mantenere la sede legale della sua nuova start-up innovativa proprio in città. L’ha ribattezzata “Antifemo srl”. “Ho usato il nome del fondatore di Gela – precisa – un tributo alla mia città. La scorsa estate, su invito dell’Istituto per il commercio estero, ho partecipato ad un’importante iniziativa, a Taormina, dove abbiamo ricevuto proposte da investitori americani. Al momento, ho preferito mantenere l’obiettivo della start-up in Europa”. Nardo, comunque, continua a seguire lo sviluppo di quello che accade sul territorio e collabora con il senatore Pietro Lorefice. “Il progetto per un inceneritore è semplicemente vergognoso – dice ancora – è assurdo che ancora oggi si propini la favola dell’inceneritore che non inquina. In media, dopo dieci anni di presenza di un sistema di quel tipo, ogni indagine epidemiologica ha dimostrato la correlazione con l’aumento di tumori e altre gravi patologie. L’impianto annunciato dalla Regione avrà la stessa capacità di quello di Brescia, che attualmente è il più grande in Italia. Se dovesse passare questa soluzione, potremmo dire addio all’idea dell’economia circolare. Anche da questo punto di vista, andiamo indietro. Paradossalmente, Eni continua a progredire, con un ciclo virtuoso che deve comunque accelerare, mentre nel resto del territorio locale si fanno solo impianti di smaltimento. E’ un’ottica da anni ottanta, del tutto discaricocentrica. Timpazzo è diventata la discarica di tutta la Sicilia, nonostante i dati dei rapporti Arpa siano preoccupanti per le sostanze individuate. Si smaltisce tutto in discarica, pure il compost e i fanghi fuori specifica”. Per Nardo, le istituzioni locali dovrebbero fare molto di più. “Il Comune non riesce ad imporsi – aggiunge – mentre il ruolo della Srr4 continua a diventare sempre maggiore”. L’esperto è molto preoccupato da tutto ciò che comporterebbe un progetto come quello annunciato da Musumeci.
“Ad oggi, sul territorio, sono stati realizzati impianti in contrasto con il piano di gestione della Riserva Biviere e questo dovrebbe far riflettere – dice ancora – non si punta sul recupero. Ora, addirittura, si prevede un inceneritore. Al Comune, con uno studio di fattibilità richiestomi dall’amministrazione comunale, ho proposto la mia tecnologia per un sistema di compostaggio che da un costo annuo di circa un milione e mezzo di euro, che l’ente sostiene, avrebbe invece consentito introiti per oltre quattro milioni di euro – conclude – si prevede anche il recupero dei fanghi. Dopo avermelo chiesto, l’ho presentato ma non ho più ricevuto riscontri. Ho informato il sindaco, con pec ufficiali. Ho semplicemente chiesto perché si sia scelto di non fare l’interesse dei cittadini. Mi è stato risposto che avrei dovuto presentare il progetto alla Srr. Quello che ho previsto è un progetto nato solo per la mia città e per il Comune. Non ho alcun interesse a presentarlo alla Srr”.
E, ma oggi va di moda la neolingua orwelliana, lo stiamo vedendo giorno per giorno… La guerra è pace, l’ignoranza è forza, la schiavitù è libertà.
È la neolingua orwelliana.