Gela. Gela è una città ferita che però non si arrende.
Lo dimostra la manifestazione di questa mattina. Il numero preciso dei manifestanti non lo si conosce. Le stime ufficiali parlano di 7000 persone, qualcuno azzarda 10000, ma poco importa. Al corteo partito dalla zona dell’ospedale Vittorio Emanuele c’erano tutti gli esponenti della società civile, politica, imprenditoriale e sociale. In testa al corteo i sindaci dei comuni vicini, Butera, Niscemi, Mazzarino. I consiglieri comunali indossano una fascia in segno di lutto con la scritta “uniti per il lavoro”. Gli striscioni sono innumerevoli. Ci sono gli studenti delle superiori e di alcune scuole medie come la Mattei, Verga, San Francesco e Quasimodo. “Così non c’è futuro per noi giovani – gridano – i nostri padri come faranno a sostenerci se non c’è più lavoro neanche per loro?”.
Al corteo anche i preti di tutta la città, i medici, gli avvocati in toga e i commercialisti.
Lo striscione eloquente recita “Gela non deve morire, senza lavoro non c’è dignità“. Tutti chiedono che venga data una accelerata al protocollo d’intesa firmato al Mise il 6 novembre del 2014, che prevede la riconversione in green refinery e investimenti per 2,2 miliardi di euro per produrre bio carburanti. Gli operai dell’indotto non hanno alcuna forma di ammortizzatore sociale. Da Palermo il presidente Crocetta pensa ad un fondo speciale di 8 milioni di euro ma chiederà domani a Roma la copertura finanziaria.
Il sindaco di Gela Domenico Messinese parla al corteo in piazza San Francesco, dove il corteo ha concluso il suo percorso, davanti il municipio. “Questo è un colpo grave non soltanto per Gela e per il suo futuro ma per l’intera isola”. I lavoratori dell’indotto sono rimasti a presidiare gli accessi alla città.
Negozi chiusi in via Palazzi e corso Vittorio Emanuele ma aperti in via Venezia e via Crispi come se nulla fosse accaduto.
Domani a Roma è prevista una riunione al Ministero del lavoro dove sono stati convocati il sindaco, Domenico Messinese, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta per decidere misure straordinarie sull’uso degli ammortizzatori sociali. Prepensionamenti e decontribuzione per le imprese dell’indotto sono le proposte sul tavolo. Il consiglio comunale, riunito in seduta straordinaria, ha varato un documento unico condiviso da tutti gli attori sociali.