Gela. Sia in primo che in secondo grado ha retto l’accusa di tentato omicidio. Arrestato dai carabinieri. Adesso, proprio i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno depositato le motivazioni della sentenza di condanna a cinque anni e otto mesi di reclusione pronunciata, lo scorso ottobre, ai danni del trentottenne Giuseppe Scilleri. Il verdetto di condanna conferma che il pastore si sarebbe scagliato contro la convivente e il fratello della donna, impugnando un coltello. Arma, comunque, che non venne mai ritrovata. La tensione, al culmine di una violenta lite, esplose in un appartamento della zona del quartiere Borgo. Furono i carabinieri del reparto territoriale ad arrestare l’uomo che venne ritrovato in un casolare di campagna. Davanti alle motivazioni appena depositate, il legale di fiducia di Scilleri, l’avvocato Carmelo Tuccio, ha deciso di rivolgersi ai giudici della Corte di cassazione. Per il legale, infatti, Scilleri si difese dall’aggressione del fratello della sua compagna.La ricostruzione d’accusa, a detta della difesa, si baserebbe soltanto sulle dichiarazioni rese proprio dalla compagna dell’imputato, ferita dalla lama. La difesa ha fatto leva, infine, sulle ferite riportate dalla donna e dal fratello che non avrebbero causato particolari conseguenze. Già in primo grado, vennero sollevati diversi dubbi sulle accuse mosse all’imputato. Anche davanti ai giudici d’appello, è stata chiesta l’eventuale riqualificazione del reato, da tentato omicidio a lesioni. Spetterà ai giudici di cassazione, a questo punto, valutare il caso.