Gela. Il giudice Giuseppe Tripi valuterà la richiesta avanzata dal legale Davide Ancona, che assiste i lavoratori esposti all’amianto, aderenti all’associazione Ona. Questa mattina, il legale ha nuovamente esposto l’istanza di costituzione di parte civile, nel giudizio che riguarda ex vertici delle società del gruppo Eni, accusati di omicidio colposo, per la morte di un ex dipendente, Salvatore Di Vara. Morì nell’ottobre di sette anni fa, per le conseguenze di un mesotelioma sarcomatoide. Secondo i pm della procura, per anni, nella sua attività nello stabilimento di contrada Piana del Signore, sarebbe stato a contatto con le fibre di amianto. Fu alle dipendenze di Enichem-Anic, della Praoil e di Agip Petroli. Dopo il rinvio a giudizio, rispondono alle accuse Antonio Catanzariti, Gregorio Mirone, Giancarlo Fastame e Giorgio Clarizia. Il gup non accolse la richiesta di costituzione dell’associazione Ona, ora riproposta, prima dell’apertura del dibattimento. Le difese di tutti gli imputati ritengono che non ci siano i presupposti per dire sì alla richiesta dei lavoratori esposti all’amianto.
Già in udienza preliminare, avevano escluso qualsiasi connessione tra la morte dell’ex operatore e l’attività svolta dagli imputati. Per la procura, però, gli allora manager non avrebbero adottato le necessarie misure di prevenzione per evitare che i lavoratori fossero esposti all’amianto. Di Vara iniziò la sua attività in raffineria negli anni ’70, per concluderla nel 1996. L’indagine ha condotto ad individuare gli attuali imputati, la cui posizione verrà valutata nel corso del dibattimento. Gli imputati sono difesi dai legali Gualtiero Cataldo, Dario Bolognesi, Pietro Granata, Luca Mirone e Carlo Autru Ryolo.