Gela. Una nuova perizia per fare chiarezza sulle effettive cause che portarono al parziale crollo di un tratto del viadotto Geremia II, lungo la statale 626 Gela-Caltanissetta. Il crollo di nove anni fa. L’ha chiesta, davanti ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, la difesa dei due geometri contabili dell’Anas finiti a processo per quei fatti e condannati, in primo grado, ad un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno. La richiesta è arrivata dal loro legale di fiducia, l’avvocato Giacomo Ventura. Stando alla difesa, infatti, il verdetto di primo grado emesso a conclusione del giudizio abbreviato si sarebbe basato solo sui dati tecnici forniti dagli esperti nominati dalla procura. Non si sarebbe dato rilievo, invece, alle conclusioni fornite dai periti di parte. Il crollo del maggio di sette anni fa causò il ferimento di una donna e di un centauro in transito lungo il tratto di strada proprio al momento del distacco strutturale. Già in primo grado, la difesa sottolineò come le cause del crollo fossero da rintracciare non in difetti strutturali o di progettazione quanto, piuttosto, nella totale assenza di manutenzione dell’intera area protrattasi per almeno sedici anni. In giudizio, come parte civile, si è costituita anche l’Anas, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Ferrara. A questo punto, spetterà ai giudici d’appello valutare la richiesta arrivata dalla difesa.