“Malformazione causata dal Talidomide”, 5 mila euro al mese ad un professionista locale

 
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Gela. Una gravissima malformazione al braccio, che per il giudice del lavoro del tribunale locale è da collegare al fatto che la madre, in gravidanza, abbia assunto il Talidomide. Il farmaco, un tranquillante che i medici prescrivevano alle donne incinte, tra anni ’50 e ’60, ha generato conseguenze molto gravi anche in tanti altri casi. Il professionista gelese che ha deciso di rivolgersi ai giudici e avrà diritto ad un’indennità mensile di cinquemila euro, con decorrenza dal 2008. Quindi, gli dovrà essere riconosciuto l’intero arretrato, per un totale di 900 mila euro. La commissione medica ospedaliera di Messina aveva rigettato la richiesta e il professionista, attraverso gli avvocati Ermanno Zancla e Federica Licata, ha adito il giudice del lavoro del tribunale, che ha accolto la sua azione.

Il perito, nominato dal magistrato, ha concluso sostenendo il pieno nesso tra la malformazione e il farmaco, che la madre usò nelle prime settimane di gravidanza. “Il Ministero ha concesso fino ad adesso solo seicento indennizzi in tutta Italia – spiegano gli avvocati Zancla e Licata – ma questo tipo di sentenze probabilmente sta spostando l’ago della bilancia a favore di tantissimi cittadini italiani che si ritrovano malformazioni gravissime anche monolaterali, certamente riconducibili alla circolazione del principio attivo Talidomide negli anni ’60 e rispetto ai quali lo Stato si è sempre rifiutato di riconoscere alcunché. Fino ad adesso almeno”.

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