Gela. Documenti falsati per consentire la riabilitazione di debitori protestati e in enorme difficoltà con banche e società finanziarie.
Contestata la competenza del giudice. Dopo la chiusura delle indagini decisa dai magistrati della procura, il processo si è aperto per due imputati. Si tratta di un funzionario pubblico, già in servizio al Comune, e di un imprenditore impegnato nel settore del commercio all’ingrosso. I loro nominativi finirono tra quelli interessati dalla maxi indagine anti-frode ribattezzata “Cash flow”. Proprio per questa ragione, il loro difensore di fiducia, l’avvocato Carmelo Brentino, ha subito eccepito l’incompetenza territoriale del giudice Silvia Passanisi. Un ampio troncone processuale dell’indagine madre “Cash flow”, negli scorsi mesi, è stato trasferito ai magistrati di Agrigento. Tra le menti della presunta organizzazione c’erano appunto alcuni professionisti agrigentini. Così, la difesa dei due imputati ha chiesto il trasferimento degli atti. Una richiesta che è stata contestata dal pubblico ministero Pamela Cellura. Una decisone in tal senso verrà assunta dal giudice alla prossima udienza fissata per il 19 gennaio. Il ruolo dei due imputati nel giro di riabilitazioni aggiustate è emerso nel corso di alcuni approfondimenti d’indagine effettuati dai magistrati e dai militari della guardia di finanza.