Gela. Ieri, il consiglio monotematico sul servizio rifiuti si è tenuto in assenza dei vertici di “Impianti Srr” ed Srr4 e senza la partecipazione dell’assessore regionale Daniela Baglieri e del dirigente generale Calogero Foti, che ha firmato il decreto di revoca del quantitativo massimo di rifiuti quotidianamente conferibili a Timpazzo. Il caso della discarica si è fatto sentire anche durante il dibattito di ieri sera. Oggi, proprio l’amministratore della “Impianti”, l’ingegnere Giovanna Picone, ha autorizzato l’incarico al legale che si rivolgerà al Tar Palermo per contestare la decisione della Regione sull’eliminazione del vincolo ai conferimenti. Sulle scelte dei vertici della “Impianti” si concentra il segretario provinciale dem Guido Siragusa, in una lettera aperta. L’esponente del Pd, già lo scorso anno, insieme al partito locale, si era opposto al sì all’aumento dei quantitativi destinati alla piattaforma di Timpazzo. L’amministratore Picone ha chiesto alla politica di “rimanere fuori” dalla vicenda della discarica. “E’ l’ennesimo tentativo di coprire un’azione volutamente dolosa perpetrata dal governo regionale nei confronti della città. Ci spiace che si voglia trasformare una vicenda, che in un tempo relativamente breve potrebbe avere ripercussioni negative sulla città, in qualcosa di teatrale. L’ingegnere Picone, protagonista di questa opera degna del Pirandello – scrive Siragusa – ci dice, “cari gelesi cosi è se vi pare” e il vi pare è indirizzato a quella politica che in alcuni casi purtroppo si è ridotta ad interpretare una parte da comparsa”. Il segretario si riferisce alle dichiarazioni rilasciate dall’ingegnere. “Viene teorizzato il vecchio motto “la politica deve restare fuori dalla gestione dei rifiuti”, quasi a preannunciare la sua voluta assenza in quello che dovrebbe essere il tempio della politica cittadina, il consiglio comunale, che ieri si è riunito appositamente proprio per discutere di rifiuti. Quando si arriva a sostenere queste tesi – scrive il segretario del Pd – non si è in presenza del classico delirio di onnipotenza del dirigente di turno, bensì ci troviamo di fronte alla prepotenza di una parte politica che ha deciso semplicemente di far diventare Gela la discarica della Sicilia, e che, consapevolmente, deve eludere qualsiasi confronto pubblico e soprattutto dimostrare, proprio a quei soggetti che dovrebbero tutelare il territorio, che “la politica deve restare fuori”. Declinato dal politichese, “della vostra città facciamo quel che vogliamo”.
Siragusa scrive che la città, attraverso Timpazzo, patisce scelte adottate “per procura”, da altri livelli decisionali e politici. “A Palermo si decide e a Gela si esegue – si legge nella lettera aperta – se qualcuno dovesse provare ad obiettare è pronta la reprimenda del “super direttore generale”, di fantozziana memoria. Si tacciano i politici di parte avversa al Presidente della Regione di non occuparsi della vicenda e pensare ad altro . E’ stato anche detto che chi critica non “sa di cosa parla”. Cosa pretendiamo di meglio, se a detta dell’amministratore “la strategia industriale della Srr4 è conforme alle indicazioni del piano regionali dei rifiuti”. Proprio quel piano che ha individuato Timpazzo come vuoto a perdere? Dalle parole proferite nei giornali la volontà è chiara, andiamo avanti, tutto quello che ci viene dato in termini di rifiuti lo prendiamo, anche perchè ci viene pagato bene. E se viviamo il paradosso di ricevere in discarica le sabbie provenienti dal porto di Marina di Selinunte, mentre il nostro porto resta insabbiato per la inettitudine di chi ci governa, pazienza”. Siragusa, nella missiva, conferma che la linea del Pd non cambia per nulla. “Ingegnere Picone non ce ne voglia, non siamo d’accordo, il Pd continuerà a sostenere che Timpazzo è una discarica del territorio, non un’industria. Non è di proprietà né di Musumeci né dei suoi fedeli funzionari. Pensare di trasformare una discarica pubblica, nata per soddisfare le esigenze di un territorio, in un’industria che produce utili, vanifica tutte le battaglie ambientaliste fatte dalla città, riducendo il tema in mero mercato, dove c’è chi guadagna e chi invece continua a subire gli effetti dei danni provocati al territorio. Siamo convinti – scrive l’esponente dem rivolgendosi all’ingegnere Picone – che al netto delle cortine fumogene da lei rilasciate per mascherare la triste realtà, compreso un ricorso al Tar che dice tutto e il contrario di tutto, la domanda debba essere sempre la stessa, con questi ritmi di conferimento quando si esaurirà la capienza dell’ultima vasca? La prego, nella risposta ci risparmi la solita retorica sulla possibilità di ampliare gli impianti o sulla presunta efficienza della sua discarica o forse sarebbe meglio dire la nostra. Soprattutto, la prossima volta, se ci riesce, porti rispetto a chi rappresenta la citta, vada in consiglio comunale e spieghi perché “la politica deve restare fuori dalla gestione della discarica“ , si accorgerà che non tutti sono disposti ad interpretare il ruolo di comparse o a svolgere un ruolo cosiddetto di accomodamento politico”. Per Siragusa, le scelte su Timpazzo sono un manifesto della volontà politica regionale. “Eravamo preoccupati prima lo siamo ancor di più oggi. Si è superato il limite, senza il quale Timpazzo tra poco non sarà più disponibile per la nostra città. Questa consapevolezza ci viene dal meccanismo perverso che si è messo in piedi ed infatti chi decide è a Palermo, ben nascosto. Fanno esporre chi, come lei – conclude Siragusa rivolgensodi ancora all’amministratore Picone – non avendo apparentemente alcuna appartenenza politica, può dire tutto e il contrario di tutto, ovviamente con il silenzio di quelle comparse, che un giorno potranno dire di non avere mai letto “Così è se vi pare” di Pirandello”.