L’indotto Eni in crisi, su Eurocoop deciderà l’amministratore giudiziario: 50 operai in bilico

 
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Gela. A “pesare” potrebbe essere il parere dell’amministratore giudiziario che, allo stato attuale, gestisce la società Eurocoop. Almeno 50 operai rischiano il definitivo licenziamento. Durante il confronto tra i segretari provinciali dei metalmeccanici di Fiom, Fim e Uilm e i vertici dell’azienda, infatti, è emersa l’assenza delle condizioni per poter accedere anche a tre mesi di cassa integrazione in deroga dopo il no alla proroga per un anno di quella straordinaria. In questo caso, sono oltre cinquanta i posti di lavoro a rischio nell’organigramma dell’azienda impegnata da alcuni anni nell’indotto della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Il confronto si è svolto all’ufficio provinciale del lavoro di Caltanissetta e i dirigenti di Eurocoop, rimasti praticamente privi di commesse tra gli impianti della raffineria, non hanno nascosto l’eventuale opzione della mobilità per tutti i dipendenti. Una soluzione completamente rigettata dai segretari sindacali Orazio Gauci, Angelo Sardella e Nicola Calabrese. A questo punto, si cercherà di andare incontro ad un piano alternativo: ovvero, una nuova cassa integrazione ordinaria, probabilmente con fondi Inps, in attesa che arrivino novità rispetto all’area di crisi complessa e alle tranche straordinarie di ammortizzatori sociali previste per i lavoratori dell’indotto Eni durante la fase di riconversione. A questo punto, però, le parti attendono che ad esprimersi sia l’amministratore giudiziario subentrato dopo l’inchiesta che coinvolse anche alcuni dei dirigenti del gruppo Eurocoop. 

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