Gela. Otto buoni motivi per eliminare gli alberi di ficus dalla piazza principale.
Ad elencarli è Nuccio Mulè, presidente della sezione locale “Archeoclub d’Italia” rivolgendosi all’amministrazione comunale penta stellata. Ecco, di seguito, come il cultore di storia-patria motiva l’espiantazione di quei ficus apparsi negli anni cinquanta.
Prima ragione: le enormi chiome di questi ficus impediscono la vista completa della facciata della chiesa Madre, un unicum dello stile neoclassico realizzato nel 1844 dall’Arch. Giuseppe Di Bartolo, dei Palazzi Rosso e Nocera e di altri edifici di un certo rilievo storico ed architettonico, compresi (perchè no!) i palazzi del Banco di Sicilia e di Callea che ci sono e, anche se a torto, oramai fanno parte integrante dell’architettura di Piazza Umberto I. La recente eliminazione dei due alberi prospicienti il sagrato della Chiesa Madre, ad esempio, ne ha evidenziato ampiamente la veduta.
Seconda ragione: la presenza degli alberi nell’area della piazza oltre a rompere la sua unità spaziale crea un effetto ottico riduttivo delle sue dimensioni, mortificandone l’importanza e la priorità di piazza principale dell’antico centro storico murato.
Terza ragione: gli alberi della piazza creano una netta divisione dal contesto commerciale, con relativi effetti economici negativi, delle attività che si svolgono nelle case dei palazzi prospicienti la stessa piazza.
Quarta ragione: le radici di questi ficus super fronzuti hanno la tendenza ad aumentare lo spessore e la lunghezza delle loro radici, anche grazie alla potatura periodica dei rami; e, infatti, questa prerogativa naturale della pianta sta producendo squinternamenti e danneggiamenti (per la seconda volta nel giro di un decennio) alla pavimentazione della piazza, senza considerare il danno economico che il Comune subirà poi per rifarla interamente.
Quinta ragione: la fruttificazione che produce questo tipo di ficus è costituita da piccole bacche nere e oleose le quali, cadendo dopo la maturazione, impiastrano e sporcano il lastricato della piazza rendendolo pure scivoloso e maleodorante, inoltre, se a ciò si aggiungono gli escrementi degli uccelli che vi nidificano il quadro igienico-sanitario forse potrebbe risultare compromesso.
Sesta ragione: i volatili e in particolare le loro feci spesso fungono da vettore di pericolose malattie trasmissibili all’uomo e ciò in seguito alla polverizzazione e alla successiva dispersione degli escrementi i cui germi (batteri, virus, miceti e altri parassiti) sono in grado di raggiungere ambienti vicini e contaminare oggetti, cibi, superfici e persone. Immaginate un po’ a camminarci sopra, come avviene per chi si trova a transitare in piazza Umberto I, con il risultato che la suola delle scarpe potrebbe veicolare e quindi depositare sulla superficie del pavimento della propria casa tracce di tali escrementi.
Settima ragione: la presenza degli alberi limita la fruizione della stessa piazza in quanto la loro preponderante chioma impedisce a molta gente la visione di manifestazioni musicali e canore che in particolare si tengono durante diverse feste; ed è spesso questa la ragione del dirottamento sul lungomare di Macchitella degli spettacoli con il risultato, da una parte, di una significativa penalizzazione economica ai danni dei commercianti del centro storico, dall’altra, una forte carenza di servizi per la popolazione che assiste alle stesse manifestazioni.
Ottava e ultima ragione: la foltissima chioma dei ficus impedisce l’irraggiamento della pubblica illuminazione, infatti, nonostante la presenza di ben 18 lampade a vapori di sodio disposte sui sei lampioni, tutta la piazza risulta insufficientemente illuminata. Stessa cosa vale per il Largo Madrice, la superficie che si trova a sud della chiesa.